
“In un Paese in cui i giovani partecipano sempre meno alla vita pubblica, il tema della Consulta non può diventare terreno di scontro politico, ma deve rappresentare un modello evoluto di partecipazione democratica”. Così Enio Pavone, Capogruppo in Consiglio regionale di Azione, interviene nel dibattito sulla proposta di legge per l’istituzione della Consulta dei Giovani d’Abruzzo.
“Per questo – aggiunge Pavone – ho sin dall’inizio firmato la proposta della collega di Fratelli d’Italia, Marilena Rossi, che rappresenta un ottimo punto di partenza, e oggi ho presentato 17 emendamenti che, a mio avviso, possono migliorarla ulteriormente, rendendo la Consulta uno strumento autentico di partecipazione attiva e non solo di consultazione. La Consulta deve essere un organismo in grado di incidere davvero sulle politiche giovanili, non un semplice osservatorio senza poteri reali”.
Gli emendamenti intervengono su diversi aspetti fondamentali: dal rafforzamento del ruolo propositivo della Consulta, con l’istituzione di una sede operativa a Pescara, all’ampliamento delle funzioni, prevedendo pareri vincolanti se espressi all’unanimità e competenze sui fondi giovanili. “È fondamentale – spiega Pavone – che i giovani non si limitino a esprimere opinioni, ma incidano concretamente sulle decisioni”. Tra le modifiche più rilevanti anche regole più trasparenti per l’iscrizione all’Elenco, il superamento di incompatibilità per i giovani amministratori, l’effettiva parità di genere con una ripartizione 50%-50% tra i sessi, e l’obbligo di indicare nella relazione annuale il numero di proposte di legge elaborate.
La modifica più importante riguarda, però, la composizione della Consulta dove Azione propone una revisione sostanziale rispetto al testo originario. “A differenza del testo originale che prevedeva la scelta dei membri da parte dei Consiglieri regionali, con il nostro emendamento, invece, proponiamo che la Consulta regionale dei Giovani sia composta da rappresentanti effettivamente espressione delle diverse realtà giovanili: l’Assessore regionale competente o un suo delegato; tre rappresentanti eletti dalle associazioni giovanili iscritte nell’elenco regionale; quattro rappresentanti degli studenti universitari, uno per ciascun capoluogo universitario (Chieti, Pescara, L’Aquila, Teramo); cinque rappresentanti degli studenti delle scuole secondarie superiori designati dalle Consulte provinciali degli studenti; tre rappresentanti dei movimenti giovanili delle organizzazioni sindacali maggiormente rappresentative; quattro rappresentanti dei giovani imprenditori delle principali associazioni di categoria; cinque rappresentanti delle formazioni giovanili dei partiti politici designati dalla Conferenza dei Presidenti dei gruppi consiliari; cinque rappresentanti dei giovani amministratori comunali designati dall’ANCI Abruzzo; un rappresentante dei giovani amministratori provinciali designato dall’UPA.”
“Vogliamo – conclude Pavone – rendere la Consulta uno spazio di partecipazione strutturato e serio, con regole certe e attenzione ai temi più innovativi come la digitalizzazione, che sono centrali per i giovani. Non vogliamo che si ricreino le logiche del passato, dove a essere scelti erano solo nomi vicini ai consiglieri regionali, né che la Consulta diventi un riflesso degli equilibri politici tra maggioranza e opposizione. Crediamo che una Consulta così composta, rappresentativa e pluralista, sia l’unico modo per garantire un confronto autentico e utile, evitando nomine dall’alto che rischiano di allontanare ancora di più i giovani dalle istituzioni”.