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Abruzzo

Cresa, aumentano imprese abruzzesi, ma crescita bassa

Secondo l’elaborazione Cresa – Centro Studi dell’Agenzia per lo Sviluppo della Camera di Commercio del Gran Sasso d’Italia – dei dati Infocamere-Movimprese, l’andamento della cosiddetta ‘nati-mortalità’ d’impresa, dopo l’anno di shock pandemico, mostra per il terzo anno di seguito un andamento settorialmente molto diversificato ma sempre peggiore di quello medio nazionale.

 

Le imprese registrate operanti in regione 145.365 sono, 338 in più rispetto al 2022, 123.773 le attive.

In termini di crescita imprenditoriale, agricoltura, manifatturiero e commercio sono in affanno a causa degli effetti economici della situazione mondiale, del rincaro delle materie prime e in particolare dei prodotti energetici, del galoppare dell’inflazione che ha visto un’impennata nel 2022. A soffrire in particolar modo si confermano le imprese meno strutturate per forma giuridica, le artigiane e quelle più strettamente connesse alle abitudini di vita quotidiana dei consumatori (commercio).

Dinamici sono invece l’edilizia, che sembra non risentire del clima di incertezza sulle prospettive dei bonus, e la quasi totalità dei servizi. Se si esclude Chieti, sono positivi i saldi relativi al numero di imprese registrate nelle province abruzzesi. Lo stock alla fine del periodo osservato è di 29.504 unità all’Aquila (20,3% del totale regionale), di 35.414 a Teramo (24,4%), di 36.553 a Pescara (25,1%) e di 43.894 a Chieti (30,2%).
Tassi di crescita migliori di quello regionale si registrano su L’Aquila (+0,32%; saldo +99 imprese registrate derivante da 1.411 iscrizioni e 1.312 cancellazioni:), Teramo (+0,41%; saldo +151 aziende risultato di 1.609 iscrizioni e 1.458 cancellazioni) e Pescara (+0,26%; saldo +95 scaturente da 1.827 aperture e 1.732 cessazioni). Al contrario, Chieti mostra un tasso di crescita negativo (-0,02%) cui corrisponde una flessione di 7 imprese (iscrizioni: 1.912; cancellazioni: 1.919). in quest’ultima Provincia e a Teramo il tasso di iscrizione è inferiore a quello medio regionale (rispettivamente 4,31% e 4,40%). Il tasso di cancellazione passa dal 3,99% di Teramo al 4,30% dell’Aquila, al 4,32% di Chieti e supera quello medio abruzzese nella sola provincia di Pescara (4,68%).

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