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Data delle elezioni: è polemica in Abruzzo

“Non avrei mai pensato che fissare la data delle elezioni rispettando la Costituzione, lo Statuto della Regione e le leggi dello Stato dovesse costare polemiche da parte delle opposizioni.

E’ chiaro che con l’avvicinarsi delle elezioni il centrosinistra sarà capace di polemizzare anche sull’ora esatta. Nel 2019 votammo a febbraio, la proclamazione degli eletti avvenne poche settimane dopo e il 16 marzo ci fu la prima seduta del consiglio regionale. Fissare al 10 marzo 2024 la data delle elezioni significa rispettare rigorosamente il termine di cinque anni per la durata della legislatura. Né un giorno in più né uno in meno. Le polemiche che sono state scatenate ieri dalla deputata del Movimento cinquestelle, Daniela Torto, e dal segretario regionale di Azione, Giulio Sottanelli, sono davvero surreali.

Nel merito l’onorevole Torto mi accusa di non aver voluto accorpare le elezioni regionali a quelle europee, stabilite a giugno. Analfabeta sulla prassi e sul rispetto delle norme elettorali, statutarie e costituzionali, in sostanza mi chiede di prolungare di tre mesi la legislatura, come se io potessi avere questo potere. Devo rilevare che nessuno, tantomeno il suo partito, ha mai posto questo problema né chiesto questa soluzione che, peraltro, nel merito metterebbe i candidati abruzzesi alle elezioni europee in una condizione di svantaggio nei confronti di quelli di altre regioni che non hanno la scheda delle elezioni regionali da compilare. È evidente, ma questo lo sanno tutti quelli che fanno politica non per caso, come invece è capitato all’onorevole Torto, che ha vinto un biglietto della lotteria qualche anno fa e che continua a godere di questa improvvisa fortuna, che nella guerra delle preferenze l’Abruzzo, già piccolo e svantaggiato rispetto a Campania Puglia e anche Calabria, se dovesse votare anche per le elezioni europee vedrebbe i propri candidati assolutamente in svantaggio nei confronti di quelli delle altre regioni. Quanto a Sottanelli che invoca la fissazione della data a fine marzo, è appena il caso di consigliargli di guardare il calendario per scoprire che il 31 marzo è Pasqua e che il 24 è la Domenica delle Palme. La fissazione della data delle elezioni nel giorno di Pasqua o in prossimità delle feste pasquali, che sono tra le feste religiose più sentite e partecipate dal popolo italiano, non rappresenta quindi il momento migliore per celebrare l’appuntamento elettorale. Se poi per lui una settimana in più o in meno cambia Il risultato delle urne, denota la confusione di un soggetto che dopo aver reclamato una soluzione tutta abruzzese per la scelta del candidato presidente e della coalizione, preso per le orecchie da Calenda, si è dovuto precipitare ad abbracciare il suo candidato, ponendo fine a un teatrino stile Nanni Moretti che, negli ultimi giorni, stava diventando stucchevole.

Della serie mi si nota di più stando in coalizione o trattando da una parte e dall’altra sembrando più importante di quello che sono? Spero che il clima da campagna elettorale non faccia degenerare la qualità del dibattito politico in Abruzzo e che si possa continuare ad affrontare questioni di merito senza strumentalizzazioni e polemiche surreali, tra le quali è appena il caso di citare quella del segretario regionale del Pd, Daniele Marinelli, che ha trovato da ridire pure quando ho descritto l’Abruzzo utilizzando il classico aneddoto del calabrone, che secondo scienziati non dovrebbe volare ma invece vola. Solo lui ha trovato in questa frase qualcosa di male. Normalmente, ed è stato anche il mio caso, questa frase si utilizza per fare un complimento; spiegando cioè che nonostante difficoltà oggettive e condizioni strutturali negative qualcuno in Abruzzo è capace di fare risultati sorprendenti, al di sopra delle aspettative. Solo per lui questo paragone è un’offesa all’Abruzzo, ma ce ne faremo una ragione. Spero che questi cinque mesi passino presto e che gli argomenti utilizzati dalle opposizioni in campagna elettorale possano qualificare ed elevare il dibattito politico, sociale e culturale nella nostra regione”. Lo ha dichiarato il presidente della Regione Abruzzo, Marco Marsilio.

La replica di Sottanelli. Il chiaro nervosismo e la poca lucidità mostrati dal Governatore Marsilio sul tema elettorale fa riflettere su quanto poco tranquillo sia riguardo l’esito delle prossime elezioni regionali.” Questa la risposta di Giulio Sottanelli, deputato e segretario regionale di Azione che spiega: “A differenza del presidente uscente che, a quanto pare ha fretta di votare, la mia proposta di buon senso contemplava un voto a ridosso delle feste pasquali che ben conosco e onoro: infatti, i giorni di festività avrebbero permesso, da un lato, ai lavoratori di approfondire i temi elettorali e votare con consapevolezza e, dall’altro, agli studenti fuori sede di trovare soluzioni più comode per votare nella nostra Regione.”
Il deputato inoltre riguardo alla provocazione di Marsilio sull’essere stato “preso per le orecchie” dal suo segretario nazionale di Azione, Carlo Calenda, risponde “Capisco che possa sembrar strano al partito che cinque anni fa spedì Marsilio in una regione che non conosce, non ama e non sa governare, ma Azione ha rispettato i passaggi che contraddistinguono una scelta di questo tipo indicando, prima, il proprio candidato sul territorio per idee e temi e, solo successivamente, riportando la decisione al segretario nazionale che la ha accolta con entusiasmo”.

M5S. Che il governatore Marsilio sia nervoso e in difficoltà perché l’Abruzzo è fuori dalle grazie e dalla considerazione del governo è normale. Fa male l’esclusione da importanti progetti del Pnrr e un decreto “Zes unica” che mette ai margini la nostra Regione.

Normale anche che stia in qualche modo cercando di uscire dall’angolo di questo isolamento politico in cui il governo sta relegando lui e la nostra Regione.

Non è normale che per farlo attacchi vergognosamente la nostra Daniela Torto, giusto per il gusto di farlo e per ripicca, come i bambini capricciosi. Forse perché Daniela in Commissione Bilancio alla Camera lo ha messo davanti alle sue mancanze e alle sue responsabilità.

Marsilio definisce Daniela una “deputata per caso, che ha vinto un biglietto della lotteria”, mettendo in luce, lui sì, il suo analfabetismo elettorale e costituzionale, e direi anche cattivo gusto: una penosa caduta di stile. E sinceramente fa anche sorridere che a pronunciare frasi del genere sia un esponente di Fratelli, sorelle, cognati e parenti d’Italia.

C’è da capirlo, Marsilio. Non sa rispondere a Daniela Torto nel merito delle questioni sollevate, non può e non è capace di farlo, quindi preferisce attaccarla.

C’è poco da dire sul nostro governatore, questa è la sua politica, con la minuscola obbligatoria per grammatica, modi e risultati.

Marinelli. “Sono amareggiato per i toni scomposti da parte del Presidente della Regione, cui purtroppo peraltro siamo abbastanza abituati. Non ho alcuna intenzione di seguirlo nella gara a chi alza più la voce”: lo dichiara Daniele Marinelli, segretario del Partito Democratico abruzzese.

Marinelli prosegue: “Noi siamo interessati a parlare di sanità, lavoro, infrastrutture, sviluppo economico, di futuro per i giovani. Delle occasioni mancate e di come voltare pagina. Piuttosto che aprire una polemica con il segretario del Pd, il Presidente trovi argomenti per parlare agli abruzzesi, spiegando quali sono i risultati dei suoi cinque anni al Governo della Regione e accetti il confronto con Luciano D’Amico provando, se ci riesce, ad emularne lo stile, facendo uno sforzo di umiltà e senso della misura. Ne guadagnerebbe l’Abruzzo”.

 

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