Presentato a Palazzo dell’Emiciclo il progetto di legge in materia di “Educazione alla parità di genere e prevenzione di discriminazioni e violenza nelle istituzioni scolastiche, universitarie e formative”.
Promotori dell’iniziativa legislativa i rappresentanti del Partito Democratico in Consiglio regionale, Silvio Paolucci, Pierpaolo Pietrucci, Antonio Blasioli e Dino Pepe, insieme alla Conferenza delle Democratiche d’Abruzzo. Il testo coinvolgerà le istituzioni educative, come la scuola e l’università, nel predisporre programmi formativi che includano i temi della parità di genere e il coinvolgimento nel progetto del Consigliere di Parità.
La proposta. Non partiamo da zero: in Abruzzo è viva la campagna social #iononsonocarne rilanciata in tutto il Paese e ci sono state molte iniziative di piazza in cui, ancora una volta, si è tornati a parlare dell’importanza dell’educazione come leva per una nuova cultura di genere. Si parte da questo, ma bisogna muoversi perché si tratta di situazioni e fatti che vedono tra i protagonisti i giovanissimi e che sempre più spesso colpiscono minori preadolescenti, fragili ed emotivamente più esposti. Non salva lo status: la violenza di genere è presente in tutti i ceti sociali, in tutte le età, non importa il livello di istruzione e benessere economico e a distanza di dieci anni dalla ratifica da parte dell’Italia della Convenzione di Istanbul il fenomeno non accenna a diminuire, ma assume il carattere dell’emergenza quotidiana. Risulta dunque evidente come l’educazione alla parità tra i sessi e al rispetto delle differenze sia uno strumento fondamentale per la prevenzione e come sia necessario partire dai banchi di scuola al più presto possibile. La proposta lo fa, impegnando le parti a intraprendere le azioni necessarie per includere nei programmi scolastici di ogni ordine e grado dei materiali didattici su temi quali la parità tra i sessi, i ruoli di genere non stereotipati, il reciproco rispetto, la soluzione non violenta dei conflitti nei rapporti interpersonali con l’idea di portare nelle classi un problema che troppo spesso resta isolato in altre mura, fino alle estreme conseguenze.
La parità in sei articoli. L’articolo 1, richiamandosi, ai principi di non discriminazione e al diritto all’istruzione sanciti dalla Costituzione, allo Statuto Regionale, alla L.R. 26/2012, alla Carta dei diritti fondamentali UE e dalla Convenzione europea dei diritti dell’uomo e a quell’articolo 14 della Convenzione di Istanbul, dianzi citato, che sottolinea il ruolo educativo delle scuole su queste tematiche, nonché all’articolo 1, comma 16, della riforma scolastica del 2015 (L. 107/2015), a norma del quale “Il piano triennale dell’offerta formativa assicura l’attuazione dei principi di pari opportunità promuovendo nelle scuole di ogni ordine e grado l’educazione alla parità tra i sessi, la prevenzione della violenza di genere e di tutte le discriminazioni”.
L’articolo 2 indica i progetti e le iniziative che, su proposta della Commissione Pari Opportunità e sulla base delle analisi svolte da quest’ultima nell’ambito dei compiti ad essa attribuiti e di cui all’art. 2 comma 2 lettera i) L.R. 14 giugno 2012 n.26, possono essere attuati presso gli istituti scolastici, universitari e formativi, anche in collaborazione con gli Enti locali e che la Regione promuove e sostiene, anche attraverso la concessione di finanziamenti, per la realizzazione di tutte quelle attività di informazione e sensibilizzazione da svolgersi con il coinvolgimento dei diversi attori della “comunità educante”. Tra queste attività rientrano non solo quelle rivolte agli studenti, ma anche quelle rivolte alla formazione del personale scolastico e universitario (dirigenti, docenti, personale ATA).
L’articolo 3 ricomprende tra i beneficiari delle attività di promozione e di finanziamento non solo le istituzioni scolastiche e educative di ogni ordine e grado e le istituzioni universitarie, ma anche le istituzioni formative accreditate per l’erogazione di percorsi triennali di istruzione e formazione (IeFP) ai fini dell’assolvimento del diritto-dovere e gli istituti penali per i minorenni. I requisiti, i criteri e le modalità per l’erogazione di questi finanziamenti saranno individuati nello specifico da un’apposita deliberazione della Giunta regionale, che dovrà indicare anche i requisiti di competenza degli operatori che opereranno direttamente a contatto con gli studenti.
L’articolo 4, al fine di ottenere il maggior coinvolgimento possibile delle istituzioni educative e formative, incarica la Giunta di promuovere la stipula di appositi protocolli d’intesa con le Università, l’Ufficio scolastico regionale, l’ANCI e l’UPI. Lo stesso articolo 4 individua la possibilità di collaborazione con altri Enti o Istituzioni
L’articolo 5 reca la disposizione finanziaria evidenziando che gli oneri decorrono dall’anno 2024. A questi si fa fronte con le risorse di apposito e nuovo stanziamento denominato “Fondo per promuovere l’educazione alla parità di genere e la prevenzione delle discriminazioni e della violenza di genere nelle istituzioni scolastiche, universitarie e formative”.
I fondi. Si specifica che gli interventi di cui alla presente proposta di legge possono essere cofinanziati inoltre facendo ricorso ad altre risorse regionali e statali, allocate e trasferite per finalità coerenti con gli obiettivi della stessa.