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Abruzzo

Ersi, presidennza e Regione precludono la possibilità di carriera

Nello scorso Consiglio Regionale è stato ritirato l’emendamento, proposto dalla stessa maggioranza, con il quale si andava ad abrogare l’Art. 20 della L.R. 57/2023 che prevede il trasferimento di spazi occupazionali o il trasferimento di dotazione organica dalla Giunta Regionale all’ERSI.

 

Le organizzazioni sindacali, non comprendendo le motivazioni di tale trasferimento, hanno chiesto un incontro al Presidente dell’ERSI per condividere le ragioni di tale necessità.

Ad oggi, si registra una mancanza di attenzione alle relazioni sindacali, in quanto il presidente non ha ancora convocato le scriventi le quali, con l’occasione, osservano come dal Fabbisogno triennale del personale non era emersa alcuna necessità di ulteriori assunzioni ed inoltre, tale richiesta ricade proprio a ridosso delle elezioni regionali.

La richiesta di ulteriore personale presso l’ERSI di fatto danneggerà ulteriormente quello Regionale, riducendo il numero delle assunzioni presso la Regione Abruzzo.

La riduzione di assunzioni di certo non aiuta a supplire le carenze attuali in tutti i Dipartimenti Regionali, a partire del Dipartimento Sanità, Servizio Risorse Umane, Biblioteche regionali ecc.

Così facendo, verrà preclusa anche la possibilità di avviare le procedure di verticalizzazione interna che consentirebbe il diritto alla carriera del personale dipendente.

Tutto questo ad oggi senza avere alcuna risposta in merito nè da parte dell’Ersi nè da parte della Regione Abruzzo.

Tutto questo nonostante l’Ersi abbia una propria personalità giuridica e un proprio bilancio.

I sindacati si chiedono pertanto: chi pagherà le nuove assunzioni? Perché si vuole procedere in questa direzione, penalizzando i dipendenti della Regione e le conseguenti attività che già oggi sono in sofferenza?

 

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