Torna a crescere l’export abruzzese. Nel primo semestre del 2023, dice uno studio realizzato per conto della CNA Abruzzo da Aldo Ronci su dati Istat e Coeweb, l’incremento delle esportazioni è stato di 550 milioni di euro rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, con un valore percentuale del 12,1% in più, triplo di quello registrato a livello medio nazionale (4,2%), che vale alla nostra regione la conquista del quarto posto assoluto tra la regioni italiane.
Ma dove nasce questo risultato? “Si tratta dell’esito di una combinazione che mette insieme fattori molto diversi tra loro” illustra l’autore. “Ma se negli anni precedenti a trainare le migliori performance erano i mezzi di trasporto prodotti nell’area della Val di Sangro – aggiunge – ora la loro influenza è meno marcata, visto l’aumento di appena 69 milioni pari al 5,3%: valore che è un quinto del 25,9% italiano. All’opposto, l’incremento dell’export generato da aziende che producono parti e accessori di automezzi e motori è stato sorprendentemente elevato, registrando una crescita di ben 130 milioni, con un 30,8% che è valore triplo del 10,5% italiano”.
Tra le province – tutte e quattro comunque ben al di sopra del valore medio nazionale di aumento e fermo restando ovviamente il primato inattaccabile del Chietino nei valori assoluti grazie al valore assoluto generato dall’automotive – il miglior risultato relativo del periodo preso in considerazione è stato appannaggio del territorio teramano, con un contributo distribuito tra più settori: dalla farmaceutica (+48 milioni;+142,5%) al tessile-abbigliamento (+34;+27,3%), dall’alimentare (+26;+32,7%) agli accessori per autoveicoli (+44;+52,5%). Ma variazioni importanti, come detto, sono state conseguite anche all’Aquila 8+123; +18,1%), Pescara (+33; +11,6%) e Chieti (+224; +8,3%).
Il peso e l’ipoteca che da sempre il mondo dei mezzi di trasporto (37% del totale dell’export regionale contro il 10,6% dell’Italia) esercita sull’andamento dell’export regionale, si riflette tuttavia su un altro valore, come rileva il presidente regionale di CNA Abruzzo, Savino Saraceni: «In un quadro pure positivo, tallone d’Achille dell’economia abruzzese continua a essere il volume dell’export degli articoli diversi dai mezzi di trasporto, spesso realizzati da aziende regionali. Il suo ammontare, riferito a ogni singola impresa, nel primo semestre 2023 è di 86.788 euro: appena un terzo di quello nazionale, dove nello stesso periodo vale 243.739 euro. Insomma, per ogni singola impresa che non produca mezzi di trasporto, il valore delle merci esportate è triplo del nostro. Un evidente segno di debolezza che deve essere corretto intervenendo con specifici interventi pubblici di sostegno all’accesso ai mercati internazionali, di innovazione tecnologica e sostegno al credito».
L’ultima riflessione dello studio è dedicata ai prodotti alimentari. I più importanti (pasta, vino, olio) hanno registrato tutti un andamento superiore alla media Italia: la pasta aumenta del 12,3%, contro il 7% nazionale; il vino del 10,5, a fronte addirittura del decremento nazionale (-0,4%), l’olio dell’11,4%, anche in questo caso a fronte del decremento nazionale. Crescita a doppia cifra anche per frutta e ortaggi (+11,7%) ma meno della media italiana.