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In primavera ed estate il fabbisogno elettrico in Italia è coperto per l’80% dalla produzione degli impianti fotovoltaici, ma con le tariffe imposte di recente, diverse da quelle pattuite all’atto della realizzazione, i piccoli produttori si trovano con impianti non solo non più remunerativi, ma la cui gestione va a intaccare i loro risparmi.
A lanciare l’allarme, raccontando la sua esperienza, è Massimiliano Di Pillo che in Abruzzo, su un terreno di proprietà a Ortona, nel 2010 ha costruito, investendo 800mila euro, un impianto fotovoltaico di 200kw.
E ora, come altre migliaia di proprietari di impianti realizzati, in Italia, in regime di Conto Energia, si è visto recapitare dal Gse, Gestore dei Servizi Energetici, fatture relative agli extraprofitti.
Un tema sul quale, dopo vari ricorsi, si attende ad aprile il pronunciamento della Corte di Giustizia dell’Ue che potrebbe mettere in discussione il criterio di adeguatezza della tariffa base oltre la quale si richiede la restituzione dei ricavi.
“Siamo in 5mila circa a non voler pagare e ad aver fatto ricorso al Tar” spiega Di Pillo che, come altri ricorrenti, fa riferimento all’associazione ‘Italia Solare’ che chiede al Gse una revisione della soglia tariffaria, ritenuta penalizzante per chi ha investito negli impianti.
“Ho investito dando come garanzia alla banca la mia unica abitazione, attraverso due mutui – racconta Di Pillo – ma ora la situazione è diventata insostenibile. Se noi proprietari di impianti fotovoltaici in tutta Italia spegnessimo i nostri impianti ci sarebbero dei blackout, con ripercussioni anche sul sistema produttivo. Non vorremmo arrivare a questo e io sono pronto a cedere allo Stato il mio impianto”.
Per i primi due anni, racconta ancora Di Pillo, “tutto è filato liscio, poi il governo ha cominciato a modificare gli accordi firmati. Durante i mesi invernali l’energia venduta ci veniva retribuita meno di quanto spendevamo per far funzionare l’impianto. Dai 120 euro a Megawatt che ricevevamo nel periodo 2010-2016 per la vendita dell’energia siamo passati a 30 euro a MW nel periodo 2017-2020. Dal 2021 al 2023 l’energia prodotta è stata venduta a una somma maggiore, circa 400 euro al Megawatt, e ora che potevamo avere una remunerazione in linea con gli investimenti e recuperare quanto perso, il governo ha introdotto la norma sugli extraprofitti”.