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Abruzzo

L’Ersi cancella le sedi di Teramo, Pescara e Lanciano: ma chiede più spazi per assunzioni

E’ questo quanto sta accadendo all’Ente Regionale per il Servizio Idrico Integrato della Regione Abruzzo (ERSI).

 

L’art. 20 della l.r. 57/2023 dispone il trasferimento all’Ersi di spazi assunzionali della Giunta regionale dell’Abruzzo, questo senza minimamente valutare l’impatto che questo avrà sulla dotazione organica della Regione che già è in una situazione di difficoltà soprattutto presso alcuni settori come quelle delle Risorse del Personale e della Sanità.

Il 29 Dicembre 2023, però, la Giunta regionale con DGR 950 ha prodotto una modifica importante per quanto riguarda l’Organizzazione dell’Ente, cancellando la previsione delle sedi operative di Pescara, Teramo e Lanciano e prevedendo solo genericamente che l’ERSI “..può mantenere uffici periferici nel territorio regionale” (Art. 1 nuovo Statuto Ersi).

E’ una modifica operativa importante, effettuata senza alcun coinvolgimento delle organizzazioni sindacali, che potrà avere forti ripercussioni sul territorio, sia da un punto di vista del personale operante, a questo punto ci si chiede a cosa servono maggiori spazi occupazionali se si riduce la presenza sul territorio regionale, sia per quanto riguarda la gestione dei Servizi idrici nei territori provinciali.

In merito occorre ricordare che la l.r. 9/2011, di istituzione dell’ERSI, prevede quale finalità dell’Ente quella di svolgere funzioni di programmazione, organizzazione, regolazione, vigilanza e controllo sull’attività di gestione del Servizio Idrico integrato nel territorio regionale. Per questo si erano individuate le sedi operative in Pescara, Teramo e Lanciano e la sede legale ed operativa a L’Aquila.

Non è chiaro, adesso, cosa sia cambiato per operare una scelta diametralmente opposta e quanto essa sia funzionale alle attività di un Ente, che ha un ruolo importante in merito ad una risorsa fondamentale per i cittadini quale quella derivata dall’approvigionamento idrico.

La Fp Cgil considera questa una scelta sbagliata e invita la Giunta regionale e il Consiglio Direttivo dell’ERSI di tornare indietro ed aprire un tavolo di discussione con le organizzazioni sindacali anche confederali, al fine di determinare una scelta che sia di tutela di una risorsa fondamentale per la popolazione.

 

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