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Abruzzo

Mega centrale idroelettrica nel Parco Nazionale: assemblea pubblica per dire no

Forti preoccupazioni legate alle realizzazione dell'opera

Erano oltre 200 le persone presenti all’assemblea pubblica del 17 settembre a Pizzone, indetta con l’obiettivo di informare la popolazione circa il progetto PIZZONE II presentato da ENEL e finalizzato a costruire una mega centrale idroelettrica (300MW) con opere nel Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise e nelle aree limitrofe.

 

Si sono susseguiti 25 interventi di partecipanti molisani e abruzzesi che hanno affermato con forza il proprio dissenso nei confronti del progetto, ribadendo che nessun impianto sarà realizzato senza prima interpellare ed informare adeguatamente gli
abitanti del territorio.

Il PNALM, intervenuto per voce dell’avvocato Alessandro Aceto, è stato il primo a prendere parola ribadendo la propria ferma opposizione all’opera, appellandosi all’inosservanza dei dettami della Legge 394/91 sulla conservazione delle Aree Protette.

A seguire sono intervenuti i rappresentanti delle amministrazioni comunali del territorio che hanno esposto le proprie valutazioni nel merito, scusandosi con la cittadinanza per non aver adeguatamente e prontamente informato, e dicendosi – ad esclusione del comune di Pizzone – disposti a supportare la popolazione nei futuri percorsi di mobilitazione.

Tra le amministrazioni interessate dal progetto, si registra la sola assenza del comune di Castel San Vincenzo, insieme ai rappresentanti delle province di Isernia e L’Aquila e delle relative regioni.

Ferma contrarietà è stata invece manifestata dai sindaci di Alfedena, Colli a Volturno e Rocchetta al Volturno. Quest’ultimo, impossibilitato a presenziare, ha fatto pervenire un messaggio che è stato letto pubblicamente dagli organizzatori: «Il nostro territorio – scrive il sindaco Teodoro
Santilli – è già stato penalizzato molto dalle opere e dalle derivazioni dei corsi d’acqua a scopo idroelettrico. […] L’amministrazione di Rocchetta a Volturno, oltre ad aver depositato nei tempi previsti le dovute osservazioni, esprime totale contrarietà al progetto. E seguirà tutte le strade possibili per impedirne la realizzazione».

Numerose poi le associazioni e gli abitanti che hanno preso parola. Nessuno, è bene evidenziare, ha espresso pubblicamente un parere favorevole all’opera. Si è riportata l’attenzione sugli ingenti impatti che tutto
l’impianto (con chilometri di condotte sotterranee, cavi e tralicci e opere in cemento semi permanenti) avrà sull’equilibrio ecosistemico dell’area, sul conseguente dissesto idrogeologico, sull’attacco alle comunità floro-faunistiche dell’area, sulla distruzione del tessuto economico e la sua vocazione turistica in via di affermazione.

L’opera, inoltre, sancirà definitivamente la fine di molti paesi montani, già aggrediti dallo
spopolamento e dall’impoverimento del tessuto socioculturale dell’area.

La recente sospensione del progetto annunciato da ENEL – ha ribadito coralmente l’assemblea – non può
suscitare un sospiro di sollievo. Tutt’altro! Impone invece di intensificare l’attenzione e gli sforzi e di costituire un coordinamento permanente che si faccia presidio vigile in contrasto a questo e a tutti i tentativi di
speculazione e sfruttamento del territorio che si proporranno negli anni a seguire.

Un coordinamento è in fase di costruzione e si rimanda ad un’imminente assemblea pubblica per pianificare insieme i prossimi passi. Il percorso di lotta sarà lungo e difficile. Ci vorrà coesione e unione tra
amministrazioni, enti, associazioni e singoli cittadini per fermare definitivamente l’opera e prendersi in carico il benessere ambientale e sociale di tutto il territorio!

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