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Abruzzo

No all’estradizione del cittadino palestinese: il caso

I COBAS abruzzesi si oppongono all’estradizione del palestinese Anan Yaeesh arrestato a L’Aquila, città dove risiedeva da quattro anni, e attualmente detenuto a Terni.

La richiesta di arresto provvisorio, accolta dal ministero, è arrivata alla Corte d’Appello dell’Aquila che, di fronte ad un ventaglio di misure cautelari, ha optato per la più restrittiva: l’arresto.

Lo Stato d’Israele ha richiesto l’estradizione inviando un fascicolo confuso e incompleto dove sostanzialmente si accusa Anan di aver finanziato la brigata di autodifesa di Tulkarem in Cisgiordania e del suo campo profughi.
Il diritto internazionale riconosce la prerogativa a resistere contro un’occupazione militare, il territorio della Cisgiordania è occupato dal 1967, al termine della guerra dei 6 giorni.
La Corte internazionale di giustizia, l’Assemblea generale delle Nazioni Unite e il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite hanno formalmente dichiarato Israele come “potenza occupante”.

La prima udienza alla Corte d’Appello de L’Aquila si è svolta il 17 febbraio scorso.

Non riteniamo legittimo concedere l’estradizione verso un paese che non garantisce il rispetto dei diritti umani ai propri detenuti, un paese che arresta i palestinesi senza una precisa imputazione e che è capace di perpetuare questa paradossale situazione per anni.
Un paese che sta portando avanti un’azione militare nella striscia di Gaza che si sta profilando come un vero genocidio, con ormai 30 mila civili uccisi, di cui almeno 12 mila sono bambini. Una popolazione di 2,5 milioni di persone ridotte alla fame, senza acqua, senza un luogo sicuro dove risiedere, senza medicine e cure mediche, dove si stanno già diffondendo varie epidemie.

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