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Abruzzo

Nuovo gonfalone della Regione: scontro D’Alfonso-Sospiri

E’ polemica a distanza tra Luciano D’Alfonso, governatore emerito della Regione e ora parlamentare e Lorenzo Sospiri, presidente del consiglio regionale.

Un confronto a distanza sul nuovo gonfalone della città.
Ad accendere la miccia è D’Alfonso,

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A distanza di un anno e mezzo dall’approvazione in Consiglio regionale della fondamentale legge ricostituente che ridisegna lo stemma della Regione Abruzzo, la stessa norma torna in commissione per alcune modifiche improntate alla sobrietà: restano la figura stilizzata del Guerriero di Capestrano e una scritta in latino, spariscono la corona dorata e i drappeggi. Ma spariscono dalle casse dell’ente anche 70mila euro, quelli utilizzati per pagare la società di comunicazione che ha elaborato il nuovo simbolo.
Questa frenetica attività consiliare su una questione di araldica – che a quanto pare è stata fortemente voluta dal presidente dell’assise regionale – suscita alcune riflessioni.

Innanzitutto, avrebbero potuto finanziare la nuova grafica con i fondi del PNRR al posto del raddoppio della linea ferroviaria Pescara-Roma: in fondo l’infrastruttura esiste già mentre lo stemma regionale andava rinnovato profondamente. Così, nelle more della velocizzazione (al momento il viaggio più breve in treno da Pescara alla Capitale dura 3 ore e mezza) i passeggeri potranno ammirare il nuovo aspetto dell’effigie regionale, dilettandosi a cercare con la lente di ingrandimento l’iscrizione in antico piceno posta su un lato della statua del guerriero.
Si potrebbe anche aggiungere uno zero ai 70mila euro previsti dalla legge, tanto per non avere ritardi o sorprese nell’elaborazione del nuovo soggetto. Inoltre, si può ipotizzare di coinvolgere la figura di D’Annunzio in un convegno intitolato “Il Vate e il nuovo gonfalone della Regione”: siamo sicuri che anche in questo caso si troverà qualche punto di contatto per animare il dibattito.

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Per valutare la qualità dei tessuti, suggeriamo di far cucire come capi-prova delle talari da far indossare al presidente della giunta regionale in scadenza, magari in occasione di un bel défilé nell’evocativo castello di Capestrano: certi talenti vanno sfruttati.
Ci si immagina che gli ultimi mesi di una legislatura vengano impegnati per i provvedimenti sulle questioni più urgenti da risolvere: la maggioranza di centrodestra ripropone, come una peperonata, la norma sullo stemma. Questione di priorità: c’è chi pensa ai temi della vita quotidiana, e chi gigioneggia con l’araldica. I ministeri, tornati infantili, sono nelle mani delle società di consulenza strategica, per fortuna plurali, come scrive l’economista delle istituzioni pubbliche Mariana Mazzuccato; in Abruzzo il nostro ordinamento regionale è in una ridotta conducente “tutta bicchieri e comunicazione”, naturalmente affidando anima e corpo dell’amministrazione a due comunicatori e due soltanto, ripetutamente, in ragione del merito indiscutibile e delle dimensioni della fiduciarietà guadagnata.

 

La replica di Sospiri. La noia pre-natalizia deve aver preso il sopravvento sull’onorevole D’Alfonso se, anziché dedicare la propria passione governativa al dare il proprio contributo di sinistra alla risoluzione dei problemi del Paese, trova il tempo per sbirciare tra i punti all’ordine del giorno di Commissioni e consiglio regionale dandone, ovviamente, un racconto parziale. Ma vogliamo rassicurare l’onorevole: il Consiglio sta lavorando e continuerà a lavorare sino all’ultimo giorno di legislatura su provvedimenti di legge strategici, mai approvati prima neanche durante il suo Governo regionale, e dei quali, peraltro, anche i suoi consiglieri Pd sono pienamente al corrente.

E ovviamente la revisione dello stemma regionale, all’esame della Prima Commissione, non rappresenta la nostra priorità di Governo, ma pure ha la sua dignità legislativa come simbolo della nostra terra”. Lo ha detto il Presidente del Consiglio della Regione Abruzzo Lorenzo Sospiri in riferimento all’intervento dell’onorevole D’Alfonso circa l’inserimento, tra i punti di esame delle sedute di Commissione e Consiglio regionale, della revisione dello stemma della Regione Abruzzo.

“Partiamo dall’ordine del giorno della Prima Commissione che – ha anticipato il Presidente Sospiri – sta esaminando tra i progetti di legge le modifiche e le integrazioni alla Legge regionale numero 17 del 2014 sull’inclusione sociale delle persone sorde e del riconoscimento della lingua italiana dei segni; le Norme per il sostegno, il miglioramento e la valorizzazione del servizio di soccorso pubblico di prossimità dei distaccamenti volontari del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco; le integrazioni alla legge regionale numero 20 sulla disciplina del sistema culturale regionale; l’Istituzione della Fondazione in memoria della tragedia di Marcinelle, proposta di legge di mia iniziativa; le Modifiche e le integrazioni alla legge sull’Istituzione dell’Agenzia regionale di Protezione civile. E veniamo invece all’ordine del giorno della seduta del Consiglio regionale convocata per martedì prossimo, 12 dicembre, e che finalmente ci permetterà di approvare la legge regionale numero 359 sulla Reingegnerizzazione della governance sanitaria e della Rete ospedaliera, uno strumento fondamentale per restituire dignità a tutti gli ospedali abruzzesi che il Pd voleva tagliare; poi il Progetto di legge per la valorizzazione dei negozi storici; l’Istituzione del Festival della Sostenibilità; il progetto inerente l’abbattimento delle barriere architettoniche quale criterio generale per l’accesso ai contributi regionali e, infine, la relazione del lavoro svolto nel corso dell’anno 2023 dalla Commissione Vigilanza.

Vogliamo credere che – ha ancora detto il Presidente Sospiri – chi ha informato l’onorevole D’Alfonso della presenza, tra i punti di discussione, della revisione dello stemma regionale gli abbia volutamente trasmesso una notizia parziale, sperando di suscitare la sua proverbiale goliardia, facendogli però rimediare una caduta di stile e soprattutto distogliendolo da altri impegni ben più gravosi nel suo ruolo di oppositore al Governo Meloni”.

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