A sei mesi pieni dal 17 marzo, data del voto per le regionali e agli sgoccioli di una legislatura durata 5 anni, possiamo oggi affermare che Marsilio non ha prodotto nessun atto ufficiale di programmazione sanitaria, né posto la prima pietra degli ospedali annunciati, né impiegato e investito le risorse giacenti da quando è al governo, mentre la sanità abruzzese perde pazienti, prestazioni, qualità e occasioni.
Oggi a crescere sono solo liste di attesa e deficit delle Asl, arrivato ormai oltre i 160 milioni di euro, come rileva anche la Corte dei Conti, un fallimento in piena regola che Marsilio sta bene così, perché è convinto di aver rivoluzionato la sanità con il gioco delle poltrone dei direttori generali, l’unico che veramente interessa il centrodestra a trazione Fratelli d’Italia. Se così non fosse, oggi, a fronte di ben due accessi agli atti, avremmo i documenti che attestano che in questi cinque anni di governo Marsilio ha fatto programmazione, che non ha affrontato e risolto anche la questione dei Dea di Secondo livello. Invece è tutto un grande bluff, Marsilio è diventato maestro nel propagandare fatti che nella realtà non esistono”, duro il capogruppo Pd sulle richieste inoltrate all’esecutivo in merito alla programmazione sanitaria.
“Stiamo “aspettando Godot” da quattro mesi, con la speranza che porti la documentazione ufficiale dell’approvazione della rete ospedaliera, ad esempio – rimarca l’ex assessore regionale alla sanità – Due le richieste, la prima è del 29 maggio, la seconda è del 14 giugno scorso, entrambe le richieste sono rimaste senza alcuna risposta. La verità è che non è possibile produrre atti che non esistono e pareri ministeriali che non sono stati resi. Un fallimento su tutta la linea, dunque, che ci espone anche al rischio di un nuovo commissariamento, perché chi governa oggi non è stato capace nemmeno di fare i passi necessari a mantenere in salute il comparto, dopo l’uscita dal commissariamento, traguardo raggiunto dal centrosinistra nel 2016. Infatti ad oggi non c’è un progetto realizzato fra quelli annunciati, non c’è un euro speso fra i milioni a disposizione, una mole mai stata così imponente per l’Abruzzo a fronte dell’emergenza Covid. Non c’è nulla che attesti che Marsilio si stia occupando della salute degli abruzzesi, a parte il risarcimento che la Regione dovrà pagare ai manager rimossi dalle Asl di Pescara e l’Aquila e dalla Direzione dell’Agenzia regionale della sanità, per fare posto alla nomenclatura politica. Ma la gestione del potere è altra cosa che assicurare il diritto alla cura e una sanità moderna ed efficiente che l’Abruzzo oggi non ha”.