La raccolta di firme per il referendum abrogativo sulla legge sull’autonomia differenziata approvata nel giugno scorso dalla maggioranza di governo sta viaggiando su livelli record: le firme online a livello nazionale sono già 514.679, cui vanno aggiunte quelle cartacee, la cui raccolta è tuttora in corso.
In questo quadro, le abruzzesi e gli abruzzesi stanno dando un segnale di fortissima contrarietà a
questa legge. Ai banchetti per la raccolta delle firme siamo stati letteralmente travolti dalla volontà
popolare di respingere questo provvedimento.
Una spinta chiarissima, che va ben oltre lo schieramento del centrosinistra ed è il sintomo di una grave preoccupazione per una norma che mette a rischio la tenuta del Paese. Sulla base dei primissimi dati raccolti, alla fine di agosto il Partito Democratico in Abruzzo aveva già superato la quota di 6.000 firme cartacee, alle quali
naturalmente vanno aggiunte tutte quelle raccolte insieme alle altre associazioni e organizzazioni e
le migliaia di firme raccolte online: una vera e propria valanga.
Assistiamo poi in queste settimane a numerose prese di posizione, da parte di molti esponenti del centrodestra, soprattutto nel Mezzogiorno, che esprimono forti dubbi su questa legge, che evidentemente fa male al Sud in particolare.
È arrivato il momento, anche per il centrodestra abruzzese, di assumersi le proprie responsabilità di
fronte ai danni pesantissimi che questo provvedimento potrebbe produrre. La destra abruzzese da
che parte sta? Dalla parte di Calderoli o dell’Abruzzo?
Marsilio e tutto il centrodestra hanno l’occasione di votare la proposta di deliberazione sul referendum abrogativo depositata in Consiglio regionale, e che il Partito Democratico ribadirà in tutti i consigli comunali abruzzesi.
Il presidente della giunta regionale si limiterà ad adeguarsi agli ordini che arrivano da Roma o difenderà gli interessi delle cittadine e dei cittadini che governa? Le consigliere e i consiglieri regionali e comunali del centrodestra saranno dalla parte di Calderoli o dalla parte dell’Abruzzo?
Va ricordato che ALI (Autonomie locali italiane) ha stimato che la nostra regione perderebbe 3,8 miliardi di euro di risorse a causa di questa legge, in un quadro ancora totalmente nebuloso per quello che riguarda i livelli essenziali delle prestazioni. Ne deriverebbe un drammatico taglio ai servizi, in primis sanità, sociale e trasporto pubblico.
Il Partito Democratico si opporrà con tutte le sue forze e a tutti i livelli per far abrogare questo
provvedimento iniquo.