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Abruzzo

Ristori ai viticoltori: portale bloccato. “Milioni promessi sono inacessibili”

Sayonara Tortoreto

“Un’inerzia prevista e prevedibile, lo denunciamo da mesi, partendo dal fatto che Marsilio non ha messo a disposizione fondi per supportare il comparto, cosa resa possibile, in bilancio, solo grazie a un nostro emendamento – incalza Paolucci – .

 

Ma la lista di inadempienze è lunga. Ci sono le promesse del decreto-spot elettorale del Governo Meloni che a fronte di decine di milioni di danni ha messo a disposizione solo 7 milioni e per tutta l’Italia e non ha nemmeno aumentato il fondo come il ministro Lollobrigida aveva dichiarato ai sindacati, in preda forse alla foga della campagna elettorale. C’è la beffa dei prestiti Fira, 5, 10 e 15.000 euro massimo le poste che si potevano chiedere: le domande arrivate sono circa 240, ma la Regione non ne ha liquidata nemmeno una e ne ha lavorate meno della metà, annunciando tempi lunghi anche per questi ristori, in tutto 2,5 milioni di euro.

C’è poi lo stato di calamità, riconosciuto il 13 novembre con la delibera di giunta n. 757, ma che fino a oggi non ha prodotto nulla di positivo per gli oltre 15.000 imprenditori del settore vitivinicolo perché è stato decretato a fine gennaio e per essere applicato deve essere pubblicato sulla Gazzetta ufficiale, cosa ad oggi non ancora avvenuta. Quindi non solo le imprese si sono ritrovate senza raccolti, con la produzione falcidiata, in alcuni casi anche per il 98 per cento, ma anche senza sostegni e senza la possibilità degli sgravi contributivi e della sospensione dei mutui.

Né la Regione ha provveduto a trovare ulteriori coperture ai 12.5 milioni di euro che solo grazie al nostro emendamento sono stati messi in bilancio a dicembre: di quei fondi sono certi solo 5 milioni, ma sono inutilizzabili finché chi governa non verificherà le maggiori entrate fiscali che dovranno coprire il resto della somma, 7 milioni e mezzo, cosa ad oggi non accaduta. Finite le promesse elettorali resta la realtà: Marsilio e la Meloni sono incapaci di dare risposte concrete ai problemi di un comparto che vive una crisi nera da cui non riesce a risollevarsi, com’è avvenuto in cinque anni di governo regionale del centrodestra. È stato così con i sostegni alle famiglie al tempo del covid. Così pure con quelli alle imprese e le fasce più esposte della comunità ai tempi del caro-energia e questo talento si conferma ora: chiedono il voto e una volta ottenuto il risultato diventano “vittime” della burocrazia e dei tempi che invece come classe dirigente sono chiamati a ridurre il più possibile. Un’inerzia vergognosa”.

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