Sangritana: quella strana vendita che parte da lontano. Errore separare della Tua
La posizione della Filt Cgil
Sangritana Spa: quell’operazione nostalgica che la Filt Cgil ha sempre contestato sin da quando si decise la riproposizione di una ennesima società di trasporti regionale dopo che a fatica nel 2015, si era riusciti nell’impresa di costituire, per aggregazione, un’unica azienda pubblica regionale di trasporto.
Quel ritorno al passato che rappresentò uno sfregio nei confronti dei sacrifici sostenuti dei lavoratori che mostrandosi fiduciosi rispetto ai nobili propositi del progetto di unificazione e finanche per salvare tutti i posti di lavoro, accettarono riscontrabili aumenti di produttività e razionalizzazioni.
LA RIESUMAZIONE DEL POLTRONIFICIO D’ABRUZZO DOPO SOLI DUE ANNI DALLA NASCITA DI TUA – L’operazione Sangritana fu fortemente osteggiata dalla Filt Cgil. Manifestammo in tutti i modi la nostra netta contrarietà, un’iniziativa illogica che permise di resuscitare un’azienda regionale di trasporto ad appena due anni da una decisione politica diametralmente opposta e che aveva impegnato tutti (sindacati compresi) ad un sforzo e ad uno straordinario intervento di aggregazione e razionalizzazione delle società regionali.
ORA SONO SALITI TUTTI SUL CARRO DEL “NO ALLA PRIVATIZZAZIONE” – Nell’occasione come Filt Cgil provammo con insistenza a dimostrare, che si sarebbe potuto scongiurare tale riproposizione puntando ad una semplice e decisamente più economica separazione contabile delle attività a mercato, senza necessariamente costituire una nuova società, ma la politica di allora (quella stessa che oggi si oppone alla privatizzazione !), appellandosi ad inesistenti obblighi di legge, pretese di portare ugualmente a compimento, un’operazione di separazione societaria che in realtà era legata esclusivamente a becere motivazioni di interesse elettorale e
localistiche.
Operazione che definimmo un ritorno al “poltronificio d’Abruzzo” e che comportò un incremento esponenziale di figure dirigenziali ed apicali nonché una obbligata e al tempo stesso assurda duplicazione di incarichi e di ruoli. E quella stessa politica ne approfitto’ peraltro per riesumare attività non strategiche generatrici di sicure perdite e non attinenti il core business dell’impresa ferroviaria (come l’agenzia di viaggio, le attività di noleggio gran turismo e le attività commerciali su gomma), sconfessando l’allora Presidente della società TUA Luciano D’Amico che non a caso aveva oculatamente provveduto a dismettere tali attività.
QUEL PARTNER PRIVATO CHE TARDA A MATERIALIZZARSI – Fatte queste premesse, sorgono delle forti perplessità rispetto alla volontà di TUA di cedere una parte del capitale sociale della impresa pubblica alla ricerca disperata “di un partner privato industriale” e nonostante il primo tentativo sia andato a vuoto, ora si sta procedendo a trattativa privata allo scopo di vendere il 30% della società.
“C’E’ UNA SOLA VIA D’USCITA: LA REINTERNALIZZAZIONE IN TUA – Restiamo dell’avviso che la società debba restare totalmente in mano pubblica, ipotizzando la reinternalizzazione delle attività di trasporto merci su ferro nella società in house TUA Spa in regime di separazione contabile al pari di tutte le altre attività commerciali gestite dall’impresa di trasporto di esclusiva proprietà della Regione Abruzzo.
Auspichiamo una a attenta riflessione da parte della politica regionale al fine di evitare un’operazione che determinerebbe l’ennesimo impoverimento del territorio abruzzese”, commenta il segretario regionale Aurelio D’Eugenio.