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Abruzzo

Sicurezza sul lavoro e ondate di calore: scontro in consiglio regionale

Sayonara Tortoreto

L’ondata di caldo che sta investendo l’Abruzzo impone una attenzione mirata nei confronti di tutte quelle persone che vivono una particolare sofferenza in quanto impegnate in attività svolte in assenza di adeguate climatizzazioni, per chi lavora nel comparto dell’agricoltura e in particolare per chi è impegnato nel lavoro dei campi. Per questa ragione ieri, nel corso dei lavori della quinta commissione sanità, il Consigliere regionale Dino Pepe ha voluto presentare una risoluzione urgente con l’obiettivo di chiedere al presidente della giunta, anche in considerazione della legge 833/78, che consente di emettere ordinanze contingibili ed urgenti, di sviluppare il suo impegno specifico sul tema a tutela della salute e la sicurezza sul lavoro.

 

Non si può, infatti, non tener conto delle problematiche di chi, in queste giornate con temperature da record, svolge attività lavorativa in condizioni impossibili da sostenere. Si tratta di lavoratrici e lavoratori che lavorano immersi nella calura o sotto il sole, senza avere possibilità di ripararsi dal sole o rinfrescarsi durante queste giornate caratterizzate da un notevole innalzamento della temperatura. Sono persone soggette a rischio elevato di malore o di gravissimo peggioramento di patologie pregresse. La risoluzione risponde ad episodi che quotidianamente vengono segnalati anche negli articoli di stampa come avvenuto in questi giorni anche per il caso dell’azienda teramana.

Nonostante l’argomento sia molto sentito in tutto il Paese, a tal punto che altre regioni come la Calabria e la Puglia si siano già attivate in tal senso, la maggioranza non ha consentito che la Commissione inserisse il punto all’ordine del giorno dei lavori e ciò peraltro proprio nella giornata in cui l’INPS ha nuovamente chiarito la possibilità di accedere alla Cassa Integrazione Ordinaria. Vi può essere infatti una copertura di quelle ore non lavorate proprio a seguito di una sospensione dell’attività legata alle temperature elevate riscontrate al di sopra dei 35 gradi o percepite come tali. Ecco, appunto, si possono evitare malori e infortuni anche gravi a danno di lavoratrici e lavoratori evitando di lavorare in certe fasce orarie o in certe giornate e c’è anche il sostegno economico della Cassa Integrazione ma perché si attivi tutto questo processo c’è bisogno di sospendere l’attività e la risoluzione – partendo da un attento monitoraggio delle condizioni in essere in Abruzzo – era ed è proprio mirata ad attivare ove necessario le sospensioni di tutte quelle attività che, nonostante quanto già previsto da INPS e in vigore dal 2017, non vengono sospese.

L’auspicio è pertanto che quanto non discusso ieri possa essere affrontato in occasione della prima Commissione utile e ciò dimostrando che si hanno davvero a cuore le condizioni di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro.

“Rispetto alla Risoluzione presentata dal collega Pepe, come ho già avuto modo di spiegare nel corso della seduta della Commissione Sanità di ieri, ritengo si tratti di un intervento tardivo e soprattutto ingiustificato seppur le motivazioni siano condivisibili su un argomento di stretta attualità. Voglio ricordare a Pepe che, proprio ieri, Inps e Inail hanno decretato come sia possibile richiedere la Cassa integrazione per tutti i lavoratori che operano con temperature superiori ai 35 gradi. Nei giorni passati, i governatori di Calabria e Puglia hanno varato dei provvedimenti, come il divieto di lavorare nei campi nelle ore più calde, motivati da condizioni climatiche ben diverse ed estreme rispetto alle nostre, pertanto credo che la Risoluzione di Pepe era, e sia, totalmente pretestuosa, utile solo per la ricerca di visibilità. Voglio ricordare infatti che gli interventi economici di sostegno di natura emergenziale sono di esclusiva competenza di altri enti nazionali e non certo della Regione come Pepe dovrebbe sapere. Un intervento il suo, in sostanza, che rappresenta il vano tentativo di appuntarsi una medaglietta sul petto, non dovuta”. Così il capogruppo di Forza Italia in Consiglio regionale Mauro Febbo

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