“Aveva ragione da vendere la consigliera comunale Teresa Nannarone nel denunciare il caso Ciaccio, ossia la semilibertà concessa a un mafioso mai pentito ed ex braccio destro di Matteo Messina Denaro, con possibilità di essere presente durante la mattina, in centro a Sulmona, per fare il bibliotecario”.
Così intervengono Daniele Licheri, Segretario Regionale Sinistra Italiana e Fabrizio Giustizieri, Sinistra Italiana L’Aquila, sulla decisione della Suprema Corte di Cassazione di annullare il provvedimento.
“Stupisce il silenzio assordante che c’è stato sulla vicenda, rotto solo dall’azione coraggiosa e, purtroppo, politicamente isolata dell’avv. Nannarone – continuano Licheri e Giustizieri -. È evidente che, nei luoghi dove insistono carceri dedicate al regime del 41 bis legge 663/86 (legge Gozzini), si necessita di particolare attenzione e prevenzione. Ci allerta la notizia, riportata dai media, secondo cui già una nota del Commissariato di Sulmona del 5 febbraio 2024 aveva rilevato come il luogo nel quale doveva svolgersi tale attività (quella di bibliotecario del Ciaccio) era frequentato da numerosi pregiudicati ed era attiguo a un’abitazione di un ex collaboratore di giustizia facente parte della medesima organizzazione criminale”.
La lotta alle mafie richiede l‘impegno di tutti. “Riteniamo che la lotta alle mafie, con tutte le garanzie di legge, i diritti dei condannati e i sacrosanti principi di garantismo, debba sempre essere vigile e debba riguardare non solo gli organi di polizia e giudiziari ma anche la società nella maniera più diffusa. L’indifferenza e il silenzio, per ignavia o per paura, sono gli alleati migliori di chi agisce nel crimine ed è compito in primis delle istituzioni non prendere questa declinante direzione”.