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Assalto all’istituto di vigilanza: sei misure cautelari per la rapina da 4 milioni

Sei arresti e 23 indagati per la rapina da quattro milioni di euro compiuta con armi pesanti e tecniche paramilitari ai danni dell’Istituto di Vigilanza Ivri-Sicuritalia di San Giovanni Teatino il 24 marzo 2022.

 

L’operazione è stata condotta all’alba dalle Squadre Mobili delle Questure di Chieti e Foggia e dal Servizio Centrale Operativo della Direzione Centrale Anticrimine.

Le accuse relative alle ordinanza di custodia cautelare sono di rapina aggravata, blocco stradale, ricettazione, riciclaggio, incendio, detenzione e porto di armi, simulazione di reato tutti aggravati dal metodo mafioso.

L’operazione riguarda l’esecuzione di una ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal Giudice per le Indagini preliminari di L’Aquila, su richiesta della Procura Distrettuale Antimafia di L’Aquila, a carico di 6 persone, nonché l’esecuzione di un decreto di perquisizione emesso a carico di 23 soggetti, tutti indagati nell’ambito del medesimo procedimento penale scaturito dalle indagini, avviate nel 2022, in seguito alla rapina commessa da un gruppo composto da circa 20 persone, con tecniche paramilitari ed armi pesanti, nonchè con l’utilizzo di un escavatore, ai danni dell’Istituto di Vigilanza IVRI-SICURITALIA di San Giovanni Teatino.

Sono quasi tutte pugliesi, appartenenti a un gruppo criminale con base a Cerignola, le sei persone arrestate la scorsa notte dalle Squadre Mobili di Chieti e Foggia, con il coordinamento dello Sco, nell’ambito dell’inchiesta sulla rapina commessa il 24 marzo del 2022 da una ventina di persone ai danni dell’Istituto di Vigilanza Ivri-Sicuritalia di San Giovanni Teatino con un bottino di 4,8 milioni di euro in contanti presente in quel momento nella sala conta.
Gli arrestati, tutti portati in carcere e tutti con precedenti, sono Alessandro Cirulli (36), Pietro Gervasio (45) e Francesco Carosiello (36), tutti e tre di Cerignola, Ferdinando Piazzolla (36) di Canosa di Puglia, ma residente in provincia di Teramo, e Massimo Galantucci (46) di Spinazzola, Antonio Frani (42) di Guardiagrele.

L’ordinanza di custodia cautelare è stata emessa dal Gip dell’Aquila, Marco Billi, su richiesta del pm Simonetta Ciccarelli della Procura Distrettuale Antimafia di L’Aquila.
Nell’ambito della operazione che ha portato agli arresti sono state effettuate 23 perquisizioni, alcune delle quali eseguite a Pescara e Lanciano, che hanno portato al sequestro di vario materiale che ora dovrà essere esaminato nel prosieguo delle indagini.
I particolari dell’operazione sono stati resi noti a Chieti in una conferenza stampa tenuta dal questore Aurelio Montaruli, dal dirigente della seconda divisione dello servizio centrale operativo della Direzione centrale Anticrimine, Marco Martino, dal dirigente della Squadra Mobile di Chieti, Nicoletta Giuliante, e dal dirigente della Squadra Mobile di Foggia Marco Mastrangelo. I reati contestati a tutti gli indagati sono quelli di rapina aggravata, blocco stradale, ricettazione, riciclaggio, incendio, detenzione e porto di armi, simulazione di reato tutti aggravati dal metodo mafioso di cui all’ articolo 416 bis 1 del codice penale.

 

È stato un eccellente risultato portato a termine grazie al lavoro costante, alla professionalità, alla bravura dei colleghi della Squadra Mobile di Chieti unitamente ai colleghi della Squadra Mobile di Foggia, sotto il coordinamento del Servizio Centrale Operativo di Roma”.
Lo ha detto il questore di Chieti, Aurelio Montaruli, commentando l’operazione che la notte scorsa ha portato a sei arresti e 23 perquisizioni nell’ambito dell’inchiesta sull’assalto alla sede Ivri Sicuritalia di San Giovanni Teatino, commesso il 24 marzo del 2022 e che fruttò un bottino di 4,8 milioni di euro.
“Sono stati in grado di risalire a tutti i movimenti che hanno preceduto l’esecuzione di questa gravissima rapina – ha aggiunto – e quindi hanno ricostruito tutte le fasi e quindi abbiamo al momento una trentina di indagati tra cui sei ristretti nelle Case circondariali questa notte.

Cerignolani che sono il nucleo centrale di questa organizzazione malavitosa, sono estremamente specializzati in questo tipo di attacchi, di azioni criminose, e quindi grazie anche all’apporto dato dagli operatori della Polizia Scientifica che ritengo sia una delle migliori Polizie Scientifiche al mondo, è stato possibile ricostruire tutti i passaggi e quindi arrivare al risultato di oggi. Usano tecniche simili a quelle militari – ha sottolineato Montaruli a proposito delle modalità della rapina – evidentemente c’è una esercitazione che non è episodica nell’utilizzo delle armi, ma anche nelle tecniche vere e proprie: il fatto di posizionare dei mezzi pesanti lungo le strade, come è successo in questo caso, lungo l’asse attrezzato Chieti Pescara e dandoli alle fiamme, l’utilizzo dei chiodi a tre punte, sono tecniche, abbiamo avuto modo di vedere anche i filmati, si muovono come se fossero dei militari”.

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