Chieti. Il coordinatore provinciale di Italexit Andrea Di Ciano analizza il contesto dell’episodio di sangue avvenuto sabato scorso in pieno centro. E punta il dito contro sindaco e amministrazione che soltanto ora indicono una caccia ai finanziamenti per dotare le strade di Chieti di telecamere per la prevenzione dei reati. Andrea Di Ciano ha rilasciato nel pomeriggio la seguente dichiarazione:
«Siamo senza parole – comincia Di Ciano – Il sindaco Diego Ferrara sguaina la spada dell’indignazione dopo la rissa con accoltellamento di sabato scorso in piazza San Giustino; ma dimentica di aggiungere che i fondi del ministero dell’Interno per un sistema di telecamere di sorveglianza sono stati persi appena qualche mese fa dal Comune di Chieti, che all’esito del bando di gara si classificò al 1046° posto.
«I fatti di sabato – osserva Di Ciano – sono gli ultimi in una scia di episodi che dovrebbero far riflettere, anziché causare amnesie e interventi improvvidi sulla stampa, dalla quale apprendiamo che il sindaco ora lancia un appello alla crociata di tutte le istituzioni interessate per sorvegliare a distanza i punti nevralgici di una città che comincia a risentire pesantemente degli effetti del dissesto finanziario dell’amministrazione municipale. Ed è peraltro paradossale che sindaco e giunta abbiano deciso di fruire di consistenti aumenti dei loro stipendi proprio mentre il dissesto limiterà il lavoro dell’istituzione a poco più dell’ordinaria amministrazione.
«Il sanguinoso episodio di piazza San Giustino – conclude Di Ciano – è l’emblema del punto basso toccato in città in tema di sicurezza e deterrenza del crimine: un sistema di telecamere già attivo e rodato avrebbe probabilmente inibito i protagonisti dall’innescare la rissa; o, a fatto comunque avvenuto, avrebbe aiutato nell’immediato, con prove documentali subito disponibili, lo svolgimento delle indagini dirette ad individuare il o i responsabili dell’accoltellamento del minorenne. E invece ora l’inchiesta dovrà poggiare sull’identificazione di protagonisti e testimoni per l’accertamento dei fatti, che forse arriverà dopo un lungo e laborioso incrocio di ricostruzioni soggettive e testimonianze».