Chieti. “La situazione di stallo che si è venuta a creare a causa della mancata erogazione di contributi importantissimi e destinati alle fasce più sensibili della comunità, ci crea sincero disagio e forte imbarazzo, si tratta di poste rimaste bloccate negli uffici a causa della procedura di dissesto, certo non per la volontà politica. Siamo vicini alle famiglie e comprendiamo la loro necessità di conoscere i motivi di ritardo dell’erogazione che spetta loro di diritto e per questo va fatta chiarezza. Per sbloccarle, come sta avvenendo, abbiamo chiesto alla struttura contabile un canale preferenziale che facesse leva più che sui numeri, sulla necessità di tutelare soggetti vulnerabili e diritti che restano importanti e tali, nonostante il dissesto, come abbiamo cercato di fare sin dal primo giorno di governo della città e come faremo anche andando avanti. Il risanamento del Comune dai guai che anni e anni di cattiva amministrazione hanno portato, non si farà mai ai danni dei cittadini più esposti e vulnerabili”, così il sindaco Diego Ferrara e l’assessore alle Politiche sociali Mara Maretti in merito alla mobilitazione relativa agli assegni di cura e dei care giver.
“Va fatta chiarezza, anche perché non vengano strumentalizzati i diritti che sono in balli, come sta cercando di fare qualcuno che ha bisogno di mettersi in mostra e attaccare l’Amministrazione senza capire il problema e proporre soluzioni – rimarcano – . È obiettivo prioritario dell’esecutivo e di questa maggioranza tutta, quello di non fare in modo che il dissesto pesi sul sociale. Per questo ci siamo relazionati più e più volte con Ia struttura amministrativa in questi mesi, perché le poste in questione venissero liquidate, cosa accaduta anche nelle ultime settimane e giorni con il settore delle politiche sociali mobilitato anche di sabato, perché potessero essere pronti i mandati per assegni di cura, vita indipendente e care giver, che saranno erogati nei prossimi giorni. Dunque, nessuno ha “imboscato” quei fondi, che, come detto sono tecnicamente bloccati in avanzo d’amministrazione. Si tratta di questioni di contabilità legate al dissesto e non indirizzi politici, che anzi vanno proprio nella direzione contraria e lo dimostrano i documenti dell’Amministrazione: il piano sociale distrettuale è solido e chi governa oggi ha svolto un lavoro impressionante sul sociale procurando più di 2 milioni in più l’anno per il settore tra PNRR e altri fondi per cui abbiamo presentato tanti progetti e li abbiamo visti finanziati e vinti tutti. Prova di questo è anche il fatto che rispetto al 2019, oggi la spesa sul sociale è cresciuta di più del 50 per cento e il settore servizi al cittadino, concretizzando così il preciso indirizzo dell’Amministrazione, sta facendo i salti mortali per fare in modo che il sociale non sia penalizzato dal dissesto. Dunque dov’è il disinteresse o la negligenza della politica? La liberazione delle risorse la cui attesa ha legittimamente mobilitato famiglie e associazioni dei disabili, è anche un nostro obiettivo prioritario da mesi e la variazione di bilancio sulla cassa corrente è una strategia per evitare che si allunghino i tempi dell’erogazione, visto che altrimenti dovremmo aspettare l’approvazione del bilancio stabilmente riequilibrato e sappiamo che le famiglie sono in estrema sofferenza. Di conseguenza si sta procedendo in tutti i modi possibili che assicurino il risultato, la nostra intenzione è quella di portare la città fuori dal dissesto, recuperare programmazione, curare una malattia che ha portato la comunità sul baratro, perché i problemi fino al 2020 non sono stati affrontati, ma sono stati solo accumulati, trasformandosi nella montagna di emergenze per chi sarebbe venuto dopo, quella montagna che stiamo scalando da tre anni a oggi.
Siamo vicini alle famiglie e alle associazioni, con le quali ci siamo relazionati più volte, con loro parleremo sempre e ci interfacceremo con sincerità e trasparenza, perché sappiamo cosa significa vivere le difficoltà che ognuno di essi vive e non ce ne disinteressiamo, nemmeno in un frangente complesso, tecnico e duro qual è quello della procedura di dissesto”.