Chieti. Il responsabile provinciale per Chieti e provincia del partito di Gianluigi Paragone commenta la decisione degli Affari Generali di recepire l’opzione della legge di Bilancio che riparametra le indennità di giunta e presidente del consiglio comunale in simultanea con un appello ai chietini a contribuire con una nuova forma di lavori socialmente utili: a compenso zero. Di Ciano ha rilasciato stamani la seguente dichiarazione: «Abbiamo aliquote al massimo, servizi totalmente assenti – attacca Di Ciano – per non parlare di buche disseminate per le strade, strisce pedonali sbiadite e degrado generale del verde pubblico. Ma la maggioranza non trova di meglio che alzarsi lo stipendio senza chiedere il permesso ai chietini, richiesti invece di contribuire gratuitamente al decoro urbano secondo l’appello dello stesso Romeo Ferrara e Chiara Zappalorto, assessore all’Ambiente che ha così inventato la transizione ecologica a costo zero. Ed è pura follia aumentare di 400mila euro l’anno gli stipendi per il sindaco e gli assessori in pieno dissesto e con i cittadini che pagano tasse alle stelle.
«Tutto a norma di legge – spiega Di Ciano – seguendo le indicazioni contenute nella legge di Bilancio 2022 (la n. 234 del 30 dicembre 2021), che legittima l’incremento degli importi per le città capoluogo, nel caso di Chieti inferiore ai 100 mila abitanti. La proporzione è presto individuata, ed è rapportata al trattamento economico complessivo dei presidenti delle Regioni.
Per il coordinatore teatino di Italexit «la scelta di aumentare le indennità rasenta di fatto la follia: l’ente, come noto, è in dissesto e i cittadini sono costretti a pagare addizionale Irpef, Imu, Tari, Tosap e altre tasse ai massimi livelli imponibili. È mai possibile che in una situazione del genere la giunta-Ferrara non senta la necessità di dare un esempio migliore? Parliamo di un aumento di circa 400 mila euro, soldi pubblici giustificati da una legge dello Stato, ma il buon senso (prerogativa, come è evidente, sconosciuta a questa amministrazione) dice che avrebbero potuto anche rinviare questi aumenti al 2024 e nel frattempo abbassare le tasse ai cittadini, già piegati da una situazione così pesante e perdurante.
«Secondo le indicazioni di legge, anche le indennità di funzione di vicesindaci, assessori e presidenti dei consigli comunali – osserva Di Ciano – devono essere adeguate alle indennità di funzione dei corrispondenti sindaci con l’applicazione delle percentuali vigenti nel D.M. n. 119/2000. L’ammontare di tali indennità, si legge, è attualmente proporzionale a quella dei indaci, a loro volta pari al 43 per cento di quella del presidente della giunta regionale Marsilio per intenderci, in una misura che varia in rapporto alla classe demografica dell’ente locale: per il Comune di Chieti al 75 per cento per il vicesindaco, mentre per assessori e presidente del Consiglio è pari al 60 per cento. La misura sarà a regime nel 2024, ma per il momento “in sede di prima applicazione”, l’indennità di funzione è adeguata al 45 e al 68 per cento delle suddette percentuali per gli anni 2022 e 2023.
«Una possibilità, questa, indicata dalla legge, dunque più che legittima – conclude Di Ciano – che però non tiene conto della portata politica e di immagine di una simile scelta. Di fronte ad una macchina amministrativa che imbarca acqua da tutte le parti, che non riesce a colmare le buche per strada, come sottolinea spesso il sindaco stesso, o a ritinteggiare le strisce pedonali, devo dire che si poteva rinunciare ad una mossa del genere. Ora qualcuno farà la corsa per la nomina ad assessore. È una questione di opportunità, certo. Ma un’opportunità, quella della decenza, che la Giunta Ferrara ha perso per l’ennesima volta».