Chieti, dissesto idrogeologico. Il sindaco: ‘Vicino ai cittadini, vogliamo procedere per le autonome sistemazioni’
Chieti. “Sin dal primo momento abbiamo preso in carico l’evolversi del fenomeno del dissesto idrogeologico sul territorio di Chieti, perché la riteniamo una priorità che non può attendere e su cui necessariamente andava fatta un’azione di tutela e di prevenzione. Siamo con i cittadini, che abbiamo informato subito della situazione e delle decisioni adottate via via, al manifestarsi di emergenze e criticità, per loro abbiamo chiesto e ottenuto dal Governo lo stato di emergenza e fondi per dare ristoro a chi è stato costretto a lasciare casa per via della gravità della situazione. E alla Protezione civile abbiamo inviato tutte le istanze manifestate dai componenti il Comitato nella riunione di ieri. Di questo nei giorni scorsi abbiamo parlato anche con il presidente della Regione Marco Marsilio e la Protezione civile regionale, al fine di stabilire come erogare le risorse alla cittadinanza, chiedendo ulteriori fondi e di stringere i tempi per quelli che ci vediamo già riconosciuti. Ma non solo, si è discusso anche del progetto di delocalizzazione e delle modalità e strumenti che la protezione civile con il Comune possono mettere in campo per sostenere le istanze della popolazione”, così il sindaco Diego Ferrara sull’iniziativa dei comitati cittadini di Santa Maria a cui il sindaco non ha potuto prendere parte perché impegnato con l’Assemblea dei sindaci della Asl per il reintegro del Comitato ristretto.
“In questi mesi abbiamo stabilito un dialogo con tutti i comitati che sono nati e cresciuti con le manifestazioni del problema – aggiunge il sindaco – spiegando loro anche la rete di azione che ci ha portato a stabilire una sinergia costante e diretta con l’Agenzia di protezione civile nazionale e regionale e l’Università, per mettere in cantiere interventi e provvedimenti a tutela della pubblica incolumità. Lo abbiamo fatto perché era priorità, cercando di creare sinergie anche con altri enti e istituzioni competenti sul dissesto idrogeologico che ci consentissero di agire a tutela della pubblica incolumità, impegnando il poco personale a nostra disposizione anche su questo. La situazione nel nostro territorio è sotto costante controllo e in continuo monitoraggio, stanno anche per partire gli interventi di messa in sicurezza sull’area di via Gran Sasso che è quella più interessata dai movimenti. In città ne sono ormai diversi, una soluzione dobbiamo cercarla insieme, tanto che da tempo siamo operativi anche sull’argomento della delocalizzazione. Si tratta di un’alternativa che dipende da programmazioni nazionali, che passano attraverso il Governo e il Parlamento, perché servono risorse ulteriori che al momento non sono né previste, né programmate. Per effettuare scelte consapevoli, bisogna inoltre approfondire il livello di conoscenza della zona e capire qual è il progetto futuro. E su questo c’è già una proposta di un piano di monitoraggio del Comune, in collaborazione con l’Università, uno studio proprio per andare a fondo alla situazione e adottare scelte sul futuro dell’area e sulla possibile delocalizzazione degli edifici.
Tutto questo non è possibile con le sole forze di un Comune che oltre al dissesto idrogeologico ha anche quello economico e finanziario da fronteggiare, per questo alla Protezione civile abbiamo manifestato l’esigenza di personale a tempo pieno per la gestione dell’emergenza, al fine di stringere tempi ed efficacia dei provvedimenti urgenti a tutela della pubblica incolumità, di assistenza alla popolazione, di programmazione ed esecuzione opere pubbliche e lavori urgenti e di somma urgenza. Perché le nostre forze non sono abbastanza per calibrare tutte le procedure e le azioni necessarie, commisurandole all’evolversi della situazione. Così, visto lo stato di emergenza che abbiamo chiesto al Governo a fronte della grave situazione cittadina e che ci è stato riconosciuto con “Delibera del Consiglio dei Ministri il 28 agosto 2023, insieme a una prima tranche di risorse per i contributi di autonoma sistemazione per chi ha dovuto lasciare il proprio alloggio, abbiamo altresì chiesto alla Protezione civile nazionale ulteriori fondi anche per potenziare il personale dedicato e provvedere a dare risposte a chi le chiede. Da questo nasce l’avviso che chiede la disponibilità per massimo 12 ore settimanali per più profili che impiegheremo subito per dare servizi alla popolazione costretta a trovare un’altra sistemazione per i danni subiti alle proprie abitazioni e presto ci sarà un altro avviso per l’erogazione del contributo di autonoma sistemazione, di cui potranno usufruire tutti coloro che hanno avuto il proprio alloggio destinatario di un’ordinanza di interdizione per le condizioni di stabilità degli edifici”.