Chieti. “Avete mai ascoltato “Il Conformista” di Giorgio Gaber? Una canzone presente nell’album “La mia Generazione ha perso”.
Un ritratto perfetto, fatto in pochi minuti, del fallimento delle lotte ideologiche e della politica dei valori, a favore dell’ipocrisia dei populismi.
L’essere conformista raccontato da Gaber, quello “a tutto tondo che si muove senza consistenza” è la rappresentazione perfetta di chi oggi si racconta come il cambiamento e che, in pochi giorni, inseguendo non certo qualche interesse collettivo ma piuttosto una prima pagina o qualche like sui social, si è mosso come un “aerostato gonfiato dall’informazione” (sempre per citare Gaber), accusando, tendendo la mano, smentendo se stesso e ritrattando il conflitto interiore più volte fino al flusso di coscienza (ovviamente facendo tutto mediante conferenze, post e titoloni).
Oggi il gruppo Teti ci fornisce il copione con l’ultima novità di una soap opera che sta cominciando a diventare candid camera.
Dopo anni di opposizione – spesso strumentale – o di annichilimento passivo, ci si è presentati come unico strumento utile al superamento dello stallo politico nel quale era caduta Chieti (uno stallo ed un immobilismo solo ed esclusivamente raccontato e mai reale). Sono arrivate le richieste, le mani tese, i voti al bilancio, poi però la serie tv ha avuto una svolta (sarà che aveva perso audience) e allora ecco i tavoli politici annullati, i diktat ed ora la mozione di sfiducia al Sindaco. Ecco allora lo scatto felino, il “plot twist” di chi intende la politica come avanspettacolo del consenso. Ecco che dopo aver tentato di governare da una parte, oggi ci si assurge a leader dell’opposizione, imponendo una strada da seguire. Una politica a colpi di condizioni, con il fine ultimo di continuare a cibarsi di una spasmodica ricerca di attenzione, indipendentemente da dove essa arrivi o a cosa essa porti.
La tanto sbandierata realpolitik di chi si presentava come novità che si scontra con la realtà, quella vera, di chi amministra e non perde tempo con frenetici giochini di potere che cambiano come cambia il tempo.
Eccola, allora, la mercificazione mediatica della politica, l’interesse esclusivo a raccontarsi cambiamento e a non produrlo, anzi, con un’azione come quella della mozione di sfiducia, a provare addirittura ad arginarlo.
Qui tocca correggere Gaber. Se per lui a perdere era stata solo la sua generazione, in questo caso, a Chieti, ha perso la buona politica e, dinanzi a questo spettacolo, è probabile che la cittadinanza abbia perso anche la pazienza, dinanzi a questo spettacolo di personaggi (ed autori) in cerca solo di consenso e di un ruolo da sfoggiare”. Si legge così in una nota di Paride Paci, capogruppo del Pd al consiglio comunale di Chieti.