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Chieti, Palazzo de’ Mayo. Marsilio: ‘La svendita penalizza l’Abruzzo’

lOCATELLI

L’Aquila. “In merito alla vicenda di Palazzo de’ Mayo siamo noi ad essere rimasti sorpresi nel leggere la notizia che veniva venduto. E se qualcuno aveva il dovere di fare una telefonata preventiva, ovvero mettere al corrente di ciò che stava accadendo e delle scelte assunte, questo era il Presidente della Fondazione Banco di Napoli, Orazio Abbamonte, il quale avrebbe dovuto chiamare le istituzioni locali con le quali aveva preso impegni in merito alla valorizzazione dell’immobile e al suo utilizzo come base territoriale per le iniziative sociali e culturali della fondazione sul territorio abruzzese.

Non è successo niente di tutto questo e ci siamo trovati dal giorno alla notte con la pubblicazione sui giornali di una gara ad un prezzo prezzo clamorosamente inferiore alla valutazione storica dell’immobile. E il presidente si lamenta se gli scrivo una lettera?

Lettera alla quale, peraltro, ha risposto con l’intimidatoria minaccia di rivolgersi al tribunale per turbativa d’asta. Ancora più insultante è stata una successiva comunicazione secondo la quale la responsabilità dell’inattività sarebbe da ascrivere a Regione, Comune e Università che non avrebbero collaborato nel programmare le attività previste. Un miserabile tentativo di scaricare le proprie responsabilità sulle altre istituzioni territoriali che, non avendo la disponibilità del bene e la responsabilità delle iniziative da programmare e svolgere, semmai attendevano dalla Fondazione stessa delle proposte su cui valutare delle collaborazioni. Certo non è la Regione a essere titolata a programmare delle iniziative socio culturali in uno spazio della Fondazione, utilizzando i fondi che la stessa Fondazione deve destinare a questo tipo di iniziative anche sul territorio abruzzese. Quella di Palazzo de’ Mayo era e resta una brutta pagina che descrive, e lo ribadisco, un disonorevole comportamento della Fondazione Banco di Napoli nei confronti delle istituzioni territoriali abruzzesi, la cui conclusione rappresenta un evidente disimpegno della Fondazione nei confronti del territorio della regione Abruzzo. Disimpegno del quale non potremo che prendere atto e trarne le dovute conseguenze”.

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