Chieti. “Lunedì prossimo, 20 gennaio, il Consiglio comunale di Chieti è chiamato a esprimersi per adottare una variante puntuale sull’ex ospedale San Camillo, con l’unico scopo di porre un blocco su possibili usi dell’immobile. Com’è noto, la Asl ha già inserito lo stabile nella procedura di dismissione, che produrrà rilevanti risorse economiche da riversare sul sistema sanitario provinciale. A tal fine è stato avviato un fruttuoso un confronto col Ministero di Grazia e Giustizia interessato all’utilizzo della struttura.
Le scelte della Asl operano, quindi, nel senso della rifunzionalizzazione di un contenitore dismesso da oltre vent’anni attraverso un uso pubblico del bene, grazie all’interesse di un “soggetto pubblico”.
Se l’Amministrazione comunale dovesse vincolare l’utilizzo futuro dell’immobile e dell’area su cui insiste a fini sanitari, ne deriverebbe un danno doppio: il piano strategico della Asl, infatti, non prevede la riqualificazione del San Camillo, impresa che non può essere iscritta nemmeno nel libro dei sogni perché mai, e sottolineo mai, ci saranno risorse a disposizione per un’opera così titanica, per mancanza di fondi e perché non serve alla città di Chieti un presidio sanitario aggiuntivo, peraltro in quel punto della città. Il danno, quindi, sarà doppio perché quello stabile avrà un futuro di degrado pari al presente, e la perdita della cospicua entrata derivante dalla vendita non permetterà gli investimenti sull’ex SS Annunziata nel centro città, destinato nei progetti Asl a ospitare un grande e attrezzato polo sanitario dedicato alla medicina territoriale. Questi sono dati di fatto, non astruse proiezioni del pensiero, e rendono di assoluta evidenza la pericolosità del vincolo di destinazione d’uso alla sanità. Peraltro, in quanto titolare della proprietà dell’area, la Asl non è stata interpellata al riguardo, perché se fosse accaduto sarebbero stati ulteriormente spiegati i piani di investimento, già noti al Sindaco, e la necessità di dismettere il San Camillo, anche questa ampiamente conosciuta, con annesse utilità e ricadute per la città e per il sistema salute.
Mi appello, perciò, al buon senso e alla lungimiranza dei consiglieri, affinché si esprimano nella direzione che produca risultati positivi, concreti e declinati al presente, non a un futuro improbabile fatto di disegni fumosi e irrealizzabili. Siamo chiamati tutti a un doveroso senso di realtà, guardando con lucidità a prospettive possibili e a portata di mano. Non posso pensare che il Consiglio comunale sia ispirato da logiche diverse che non tengano conto del bene comune e della salute collettiva”.