Città del Vino Abruzzo invita i sindaci a discutere di aree all’installazione di impianti di energia rinnovabile
Canosa Sannita. Il Comune di Canosa Sannita ha ospitato ieri pomeriggio un incontro pubblico molto partecipato sulle aree idonee per l’installazione di impianti di energia rinnovabile organizzato da Città del Vino d’Abruzzo.
Amministratori, professionisti, imprese e cittadini si sono confrontati su un tema importante che presto sarà in discussione in Consiglio regionale.
Città del Vino sostiene lo sviluppo sostenibile e la transizione energetica ma lanciano un grido d’allarme contro le speculazioni e l’abusivismo green attraverso la stesura di un Manifesto che chiede alle Regioni e alle Province Autonome italiane di individuare le aree idonee per l’installazione di impianti di energia rinnovabile in modo responsabile. Nello specifico, servendosi di un approccio integrato e di tipo sistemico che vada a conciliare le necessità collegate alla decarbonizzazione e alla transizione energetica e quelle relative alla tutela e alla preservazione del territorio con i suoi ambienti, i suoi paesaggi e le sue tradizioni, e, ancor più, della sua attività primaria, l’agricoltura, fondamentale per garantire la produzione interna di cibo, la sopravvivenza e la qualità della vita delle comunità locali che nella maggior parte dei casi si basano ancora su un’economia agricola.
Città del Vino chiede che nell’individuazione delle aree per l’installazione degli impianti di energia rinnovabile siano considerati tutti gli aspetti ambientali, sociali, culturali, produttivi, paesaggistici ed economici e non solo l’esistenza di vincoli ambientali e paesaggistici, la presenza di zone protette, parchi nazionali e regionali e aree di pregio storico-culturale e zone agricole di alta qualità. Si dice no anche alla semplificazione e accelerazione dell’iter autorizzativo se questo di traduce in valutazioni frettolose e non accurate e ai progetti calati “dall’alto” senza un coinvolgimento attivo e integrato delle comunità locali e senza una co-progettazione partecipata.
Il veto delle realtà firmatarie riguarda, nello specifico, l’utilizzo di aree agricole utilizzate e produttive per l’installazione di qualsiasi impianto che consumi, limiti la fertilità o distrugga il suolo agricolo tenuto conto che i pannelli solari a terra provocano delle alterazioni delle condizioni microclimatiche (luce, temperatura, umidità) alle colture sottostanti influenzando la loro crescita e resa, che la presenza di pannelli solari influisce sulla fertilità e sulle proprietà fisiche, chimiche e biologiche del suolo e che la presenza così come la distribuzione nello spazio di tali impianti presuppone una selezione di colture adatte a crescere sotto i pannelli e una gestione agronomica in tali condizioni con potenziali conseguenze negative sulla tutela della biodiversità. In particolare, nel Manifesto si esprime contrarietà all’utilizzo di aree agricole di alto valore paesaggistico e culturale o interessate da produzioni agro-alimentari di qualità quali i siti inseriti nella lista del patrimonio mondiale dell’UNESCO riconosciuti come paesaggi culturali, i siti inseriti nel Registro nazionale dei paesaggi rurali di interesse storico, le produzioni biologiche, le produzioni DOP, IGP, STG, DOC, DOCG.
Insieme ai tanti amministratori comunali sono intervenuti due relatori tecnici l’Arch. Tommaso Di Biase e l’Ing. Roberto D’ancona.