Comune di Chieti, Commissione Statuto. L’ssessora Giannini: ‘Chiesto di concordare le date per agevolare la mia presenza’
Chieti. “Non ho preso parte alla riunione di oggi della Commissione Statuto sul pronunciamento del Tar sugli espropri al cimitero per impegni precedenti calendarizzati e improrogabili che avevano come tema sempre il cimitero, ma i lavoratori che per noi sono priorità. Un’impossibilità di cui ero al corrente da tempo, tanto che avevo chiesto alla presidente, essendomi già trovata in questa impossibilità, di concordare preventivamente le date per le Commissioni a cui sarei stata invitata. Questo, proprio perché ritengo sia un dovere istituzionale partecipare e avrei voluto essere messa in condizione di farlo, proprio perché mi interessava prendere parte ai lavori e spiegare cosa l’Amministrazione può e dovrà fare sul tema che ha avuto un grande rilievo mediatico nei giorni scorsi. Purtroppo non è accaduto, la Commissione si è svolta lo stesso e dunque, onde evitare che la mia assenza venga letta come disinteresse o, peggio, possa essere strumentalizzata, mi sembra doveroso spiegarla ai consiglieri e alla città”, così l’assessora ai Servizi cimiteri Alberta Giannini.
“Abbiamo già chiarito che in merito alla decisione del Tar sul cimitero Parco della Pace, il Comune non resterà con le mani in mano – spiega l’assessora – . L’Ufficio legale sta procedendo alla diffida di chi avrebbe dovuto procedere alla corresponsione delle somme relative agli espropri oggetto del ricorso. Non appena sarà possibile partecipare alla Commissione chiarirò gli aspetti tecnici di cui bisogna tenere conto per capire anche le responsabilità del caso. Infatti la potestà espropriativa è sì in capo all’Ente, ecco perché il Tar non poteva ordinare al Parco della memoria, titolare dell’appalto di costruzione del nuovo cimitero affidato dalla precedente amministrazione nel 2018, di procedere alla procedura eccezionale disciplinata ex art. 42 bis del DPR 380/2001 definita “acquisizione sanante”. Ed è per questa ragione che lo faremo noi, attraverso la diffida e lo strumento di acquisizione sonante in modo da risolvere l’impasse creata e quantificare le indennità sotto pena di risoluzione contrattuale con la ditta titolare dell’appalto”.