
Atessa. “L’accordo tra IVECO e Stellantis per la commercializzazione e la produzione di veicoli commerciali leggeri elettrici rappresenta sicuramente un passo importante. Tuttavia, va precisato che la sua applicazione è prevista solo a metà del 2026. Ancora una volta, Stellantis continua a rimandare le proprie mosse: anche per il cosiddetto “nuovo furgone” se ne riparlerà solo nel 2027.
Un aspetto certo è che, dall’addio di Tavares, Stellantis non ha ancora nominato un nuovo Amministratore Delegato. Per fare un confronto, Nissan ha sostituito il proprio in poche settimane. È evidente che un gruppo che sta affrontando difficoltà commerciali non può rimanere fermo, ma il nuovo CEO avrà sicuramente una sua strategia, che potrebbe anche ridefinire alcune delle operazioni attualmente in corso.
Questa collaborazione con IVECO, fortemente orientata alla commercializzazione, rappresenta un’opportunità per Stellantis. Tuttavia, sarà fondamentale valutare le reali ricadute produttive sui tre stabilimenti Stellantis coinvolti. Non conosciamo Hordain, dove sappiamo da notizie giornalistiche si producono veicoli elettrici ed ad idrogeno, ma conosciamo quello che accade ad Atessa e a Gliwice.
Considerando che si parla di veicoli elettrici, oggi la produzione principale si concentra su Gliwice, che nel 2024 ha prodotto oltre 2.100 furgoni BEV, rispetto ai 134 di Atessa. Inoltre, le previsioni per il 2025 indicano che Gliwice supererà i 12.500 furgoni BEV (circa 54 furgoni al giorno), mentre Atessa si fermerà a 2.400 unità (circa 10 furgoni al giorno).
Va sottolineato che i veicoli BEV utilizzano una componentistica che coinvolge solo marginalmente l’attuale indotto, con il rischio di creare problemi per l’intera filiera.
Mentre si assiste ad alcune reazioni entusiastiche da parte della politica e di altri attori su dichiarazioni aziendali, è bene ricordare che la ex Sevel è ancora in Cassa Integrazione, probabilmente destinata a proseguire fino all’esaurimento delle 52 settimane previste. Inoltre, all’interno dello stabilimento permangono criticità, come i problemi della nuova verniciatura che impediscono di raggiungere i numeri produttivi sperati. A ciò si aggiungono le difficoltà legate alla produzione in Messico e un’organizzazione del lavoro non ottimale: ad esempio, nella lastratura una linea viene smantellata per poi essere ripristinata dopo qualche tempo. Anche le condizioni di lavoro peggiorano, con i lavoratori costretti a compensare le inefficienze di un’automazione non all’avanguardia, come accade nell’area di montaggio, dove devono prelevare direttamente i componenti dai cassoni.
Se da un lato l’accordo potrebbe favorire la commercializzazione del furgone prodotto, dall’altro è necessario considerare tutte le difficoltà che lavoratrici e lavoratori stanno affrontando sia nella ex Sevel che nell’indotto. Per questo il nostro atteggiamento rimane prudente: da una parte vediamo Stellantis arrancare nel mercato, dall’altra manca un piano industriale concreto che garantisca prospettive reali per il futuro.
Agli ottimisti di facciata consigliamo prudenza, per evitare situazioni come quella di agosto, quando si parlava di nuove assunzioni – basandosi su interpretazioni errate di notizie giornalistiche – salvo poi ritrovarsi con i lavoratori in cassa integrazione.
In conclusione, sarebbe opportuno capire cosa sta accadendo in IVECO, dato che alcune notizie giornalistiche ipotizzano una possibile vendita, almeno parziale, della società”. Si legge così in una nota della Fiom.