Italexit Chieti sul blocco da dissesto di 14 milioni di euro per assistenza sociale
Andrea Di Ciano: "Un capitale che sfuma, le famiglie bisognose dovranno ancora penare a tempo indeterminato"
Chieti. Il cooordinatore provinciale di Italexit critica l’amministrazione del sindaco Diego Ferrara per la perdita, si spera momentanea, di un consistente fondo destinato anche alle famiglie in conclamata difficoltà economica. E si chiede come mai a Palazzo di Città nessuno pensò di erogare le somme assegnate nei tempi dovuti, prima di procedere alla dichiarazione di dissesto dell’Ente. Di Ciano ha rilasciato nel pomeriggio la seguente dichiarazione:
«Per il Comune di Chieti il dissesto si sta rivelando – spiega Di Ciano – più pericoloso anche rispetto alle nostre previsioni, che non erano di certo ottimistiche. L’amministrazione-Ferrara si fa soffiare dallo Stato ben 14 milioni di euro già in cassa dal 2022, un nido che avrebbero dovuto lasciare quasi subito per raggiungere le tasche dei chietini in difficoltà economica. Soldi che servivano per pagare libri scolastici, spese di affitto di casa relative al 2021, contributi a chi assiste familiari invalidi e altre voci di assistenza sociale. Un enorme capitale che sfuma e ora si può dire che le famiglie già in attesa dovranno penare ancora, a tempo indeterminato.
«E’ imbarazzante, per un’amministrazione che prosegue imperterrita con selfie e autocelebrazioni anche in pieno dissesto – incalza l’esponente teatino di Italexit – la notizia del blocco di fondi già disponibili ben prima della richiesta dell’amministrazione commissariale. Siamo perfino d’accordo con il sindaco Diego Ferrara che ipotizza un vuoto di norme talché il dissesto può oggi sottrarre fondi destinati a scopi pacifici e trasparenti come le spese sociali. Ma il problema rimane intatto: nessuno in Comune s’è accorto che quelle cifre erano in cassa, oppure (ed è peggio) si pensava che potessero essere impiegate nonostante lo stato di dissesto.
«Per mesi – conclude Di Ciano – abbiamo consigliato al sindaco di erogare i contributi alle famiglie che li avevano chiesti con seguito di documentazione prescritta. Da Palazzo di Città abbiamo invece registrato lunghi silenzi, interrotti da controrichieste di ulteriori dati e integrazioni documentali, poi seguite da ulteriore silenzio. E’ un burocratismo fuori luogo in un piccolo Comune, dove è evidente che le procedure telematiche, “online”, non hanno funzionato e dunque si traducono in regresso rispetto alle vecchie ma onorate procedure della presentazione dei documenti in carta e degli incontri cittadini-impiegati in presenza, ai quali sarebbe opportuno ritornare. Se i risultati sono questi, s’intende».