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Le celebrazioni per il 4 novembre a Vasto

Menna: "Le preoccupanti vicende belliche sembrano oggi riportarci indietro di decenni"

Vasto. Si sono svolte questa mattina presso Piazza Caprioli e via Adriatica le celebrazioni per il 4 Novembre: giornata dedicata all’Unità Nazionale e alle Forze Armate del Paese. Una cerimonia, quella scelta dall’Amministrazione, semplice, ma capace di catalizzare quanta più attenzione possibile su una ricorrenza fra le più sentite.

Di seguito il testo completo dell’intervento del Sindaco di Vasto Francesco Menna.

Cari Concittadini, Carissimi ragazzi, siamo qui riuniti oggi per celebrare un anniversario decisivo nella storia della nostra amata Italia e deponendo una corona d’alloro a questo Monumento celebrativo del sacrificio dei tanti Caduti vastesi, onoriamo, a nome dell’intera comunità cittadina, quanti sono caduti per la libertà, per l’edificazione di uno stato democratico, per costruire un futuro di pace.

Centocinque anni fa si concludeva la Grande Guerra. Il Tricolore che quei giorni, per la prima volta, sventolava su Trento e su Trieste era il segno inequivocabile che l’unificazione d’Italia si era finalmente compiuta. E a compierla furono tantissimi giovani. Furono oltre seicentomila i soldati che persero la vita nel primo conflitto mondiale.
Gli eredi di quei giovani combattenti sono oggi impegnati ben oltre il nostro territorio nazionale e con compiti molto diversi da quelli a suo tempo assegnati ai loro predecessori. I soldati, i marinai, gli avieri, i carabinieri, i finanzieri che operano nei Balcani, in Libano, in Iraq ed in tante altre travagliate regioni non sono a significare una nazione in guerra, ma piuttosto sono la prima linea di un’Italia fortemente impegnata per la diffusione dello sviluppo sociale ed economico globale e della cooperazione tra i popoli.

Come ebbe a chiarire il Presidente Napolitano in un suo storico messaggio per la giornata odierna: “Lo strumento militare non è più chiamato a presidiare in armi confini e trincee contro genti considerate nemiche provenienti da un mondo visto come straniero ed ostile. Al contrario, esso oggi costituisce componente primaria di un’azione complessa e costante che l’Italia, membro fondatore dell’Unione europea, conduce in seno alla Comunità internazionale, intervenendo sulle cause generatrici dei conflitti, attraverso la prevenzione, il controllo e la stabilizzazione due delle crisi che mettono in pericolo la sicurezza ed attentano ai diritti primari dell’uomo.”

Questa è la missione, questo è lo storico ruolo delle Forze Armate Italiane in questo XXI secolo. Ne siamo sempre più consapevoli quando osserviamo, in tutta la loro complessità, le preoccupanti vicende belliche che in Ucraina, in Medioriente, in Africa sembrano oggi riportarci indietro di decenni, ad epoche che speravamo di aver lasciato definitivamente alle nostre spalle e di aver compiutamente consegnato alla storia. È importante ribadirlo nella giornata ad esse dedicata, come ha fatto anche il nostro Capo dello Stato, Sergio Mattarella.
“L’Esercito Italiano, la Marina Militare, l’Aeronautica Militare, l’Arma dei Carabinieri e la Guardia di Finanza sorreggono la salvaguardia delle nostre libere istituzioni e la vocazione dell’Italia a vivere in pace, offrendo una risposta di concordia e affidabilità nella difesa dei diritti di ogni cittadino. È un sentimento che si esprime e si moltiplica con il contributo di valore che le Forze Armate forniscono alle missioni delle Nazioni Unite, dell’Unione Europea e della Nato, mettendo a disposizione, su mandato del Parlamento e del Governo, la competenza e la dedizione dei militari italiani. Il contesto internazionale nel quale la Repubblica dispiega la sua azione rende più che mai prezioso il loro apporto.”

Cari Militari, in servizio e in congedo, sappiate che ciascun cittadino italiano vi è grato per lo spirito di dedizione alla Repubblica che sostanzia il vostro agire ogni giorno. A tutti Voi, come alle Vostre famiglie che condividono il sacrificio di una vita a servizio della comunità, giunga il più caloroso e grato saluto.

Care ragazze, Cari ragazzi, formiamoci al patrimonio di umanità che tanti giovani, più di un secolo fa, ci hanno donato attraverso la loro stessa vita, insegnandoci e spronandoci a custodire la nostra Patria e il mondo nella Pace.

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