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Chieti

Megalò 2, Radici in comune: ‘Un disastro annunciato per la sicurezza del territorio’

lOCATELLI

Chieti. L’associazione “Radici in comune” esprime la più profonda indignazione per l’approvazione della Valutazione di Impatto Ambientale “in sanatoria” relativa al progetto “Mirò” (noto come “Megalò 2”), rilasciata dal Comitato VIA della Regione Abruzzo, provvedimento che rappresenta un pericoloso precedente che mette a rischio la sicurezza idraulica di Pescara e comuni limitrofi, sacrificando sull’altare degli interessi economici privati l’ultima area naturale di espansione delle piene del fiume Pescara.

Le nostre ragioni di allarme:

* rischio idraulico aumentato: La realizzazione di “Megalò 2” comporterà l’eliminazione dell’ultima area naturale di laminazione delle piene del fiume Pescara, aggravando notevolmente il rischio alluvioni per i territori di Cepagatti, Spoltore e Pescara. La storia recente ci ha già mostrato la potenza distruttiva di questo fiume, con episodi drammatici come l’alluvione del 10 aprile 1992 (oltre 1200 m³/s) e quella del 2 dicembre 2013.

* VIA “in sanatoria”: È scandaloso che un’opera di tale impatto possa ottenere una Valutazione di Impatto Ambientale “a posteriori”, con una sanzione amministrativa irrisoria di soli 35.000 euro. Questo meccanismo vanifica completamente lo scopo preventivo della VIA, trasformandola in un mero adempimento burocratico che può essere aggirato iniziando i lavori abusivamente.

* contraddizioni istituzionali: È paradossale che lo stesso Presidente della Regione Abruzzo, Marsilio, pur definendo il progetto “sbagliato e dannoso”, non abbia impedito questa autorizzazione, scaricando le responsabilità su altri enti.

* opere artificiali inefficaci: La proposta di sostituire aree naturali di espansione con casse di laminazione artificiali rappresenta un dispendio di denaro pubblico per interventi meno efficaci di quanto la natura già offriva gratuitamente.

* Silenzio complice: Denunciamo il silenzio assordante delle amministrazioni comunali di Pescara, San Giovanni Teatino e Spoltore, che hanno abdicato al loro dovere di tutelare la sicurezza dei propri cittadini.

“Non possiamo accettare che il rischio idraulico di un intero territorio venga aumentato per favorire interessi privati”, dichiara l’associazione. “La sentenza del Consiglio di Stato non giustifica l’abbandono del principio di precauzione, soprattutto quando in gioco c’è l’incolumità di migliaia di persone”.

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