Casalbordino. La tragedia che ha colpito il comne di Casalbordino ha generato diverse reazione a livello politico e sociale. Di seguito alcune dichiarazioni.
“Le informazioni ancora frammentarie che giungono sull’esplosione, con vittime, alla Esplodenti Sabino di Casalbordino destano grande apprensione ed orrore, tanto più che nella stessa azienda tre anni fa un incidente costò la vita a tre operai, e altri incidenti si sono verificati qui negli anni”: lo dichiara Daniele Marinelli, segretario del Partito Democratico abruzzese. Marinelli prosegue: “Siamo vicini alle famiglie delle vittime e auspichiamo che si faccia piena luce sull’accaduto. Di certo si tratta di un altro, terribile monito sulla necessità di un maggiore impegno per la sicurezza sui luoghi di lavoro”.
“L’incidente e le vittime alla Esplodenti Sabino di Casalbordino ripropongono tragicamente la questione del deficit nel nostro Paese di un livello accettabile di sicurezza nei luoghi di lavoro, per giunta all’indomani del messaggio sul tema del Presidente della Repubblica. Siamo ormai ad un’inaccettabile mattanza”: lo dichiara Michele Fina, senatore del Partito Democratico. Fina prosegue: “Nell’esprimere la mia vicinanza a chi oggi ha subito un terribile lutto, non si può non osservare come l’azienda in questione sia stata coinvolta in un incidente della medesima gravità, con vittime, solo tre anni fa. Il trattamento delle polveri esplosive è un comparto ad alto rischio che purtroppo in Abruzzo ha prodotto vittime anche negli anni passati e non si può prescindere da una riflessione doverosa e necessaria, che coinvolga tutti gli enti che hanno responsabilità e compiti nella filiera. Cominciando dalle aziende stesse, specialmente quelle che operano in comparti ad alto rischio, affinché i controlli siano efficaci e prioritari, ancor più dove il rischio in termini di vite umane è maggiore, fermo restando il principio di garanzia della sicurezza ovunque. La riflessione va poi estesa alla necessità di investimenti in formazione e attrezzature, che passano da un ruolo più incisivo dello Stato, a partire dalla diffusione di una cultura della sicurezza. E’ questo in definitiva il presupposto di ogni possibile salto di qualità, come ha fatto notare il Presidente Mattarella. E’ da qui che deve passare l’impegno di tutti noi, nei ruoli e nelle posizioni da cui agiamo”.
“L’esplosione avvenuta oggi a Casalbordino, a seguito della quale hanno perso la vita più persone, ci lascia sgomenti e rappresenta una nuova profonda ferita per tutto l’Abruzzo. Un colpo ancora più duro per la comunità di Casalbordino, già segnata da precedenti incidenti in questo sito. In attesa che le autorità preposte effettuino i dovuti accertamenti sulla dinamica dell’esplosione, è doveroso da parte delle istituzioni aprire un’attenta riflessione sul tema della sicurezza sul posto di lavoro, particolarmente in una regione come l’Abruzzo che ogni anno registra dati sempre più allarmanti. In questo momento di grande dolore intendo esprimere tutta la vicinanza del gruppo consiliare del Movimento 5 Stelle alle famiglie delle vittime e all’intera comunità”. Lo afferma il Capogruppo del M5S in Consiglio regionale, Francesco Taglieri.
“Ci troviamo a commentare con profondo dolore l’ennesima tragedia sul lavoro – dichiara il segretario generale della Cgil Chieti Franco Spina – tre operai hanno trovato la morte, tre lavoratori che non torneranno mai più dai loro cari. Si continua a morire di lavoro, è inaccettabile, inconcepibile. Fermo restando che saranno le indagini delle autorità competenti a chiarire le modalità dell’accaduto, la Cgil Chieti, ribadisce con fermezza ed ancora una volta, la necessità di porre in campo tutte le azioni utili per arrivare al rischio zero infortuni. Non parliamo soltanto di investimenti economici, certo quanto mai necessari, parliamo anche di cultura della sicurezza che significa formazione continua. Bisogna infine intensificare i controlli per quei settori e quelle aziende che, per loro natura, hanno un più elevato rischio o che abbiano avuto in passato, eventi infortunistici di rilievo. Occorre passare dalle mere buone intenzioni ad azioni efficaci e interventi coordinati dalle Istituzioni. La Cgil Chieti è vicina alle famiglie, a loro va tutta la nostra solidarietà”.
Maurizio Acerbo, segretario nazionale del Partito della Rifondazione Comunista, coordinamento di Unione Popolare: “Le dichiarazioni Marsilio sull’incidente alla Sabino Esplodenti sono sconcertanti. Il Presidente della Regione Abruzzo si chiede se “non siano state adottate tutte le misure previste in un’attività classificata ad alto rischio come questa fabbrica”. Evidentemente il Presidente non sa che è stata la Regione a decidere di non sottoporre a VIA la richiesta di ripresa attività dopo il sequestro di tre anni fa. Marsilio evidentemente ha talmente attenzionato la vicenda che neanche ha seguito il percorso autorizzativo da parte della Regione. E meno male che dichiara che bisogna tenere alto il livello di attenzione! E’ tra l’altro incredibile che prima di dichiarare non abbia nemmeno ritenuto di informarsi presso gli uffici regionali”.
Così in una nota il coordinatore regionale di Italia Viva Camillo D’Alessandro: “Un’altra tragedia di cui si occuperanno le autorità preposte, ma è impossibile trattenere rabbia e dolore per altre tre vittime strappate alle vita ed alle loro famiglie. Siamo vicini alle famiglie, agli amici ed ai colleghi, alle comunità coinvolte. Non si può morire così, non si può morire al lavoro . Sulla sicurezza dei lavoratori siamo in emergenza nazionale da troppo tempo”.
“C’è un esercito di lavoratori che esce la mattina e non ha certezza di rientrare a casa. Questo non è più tollerabile, quindi mentre esprimo il mio profondo cordoglio per le vittime dell’ennesimo incidente sul lavoro, oggi a Casalbordino, in aula al Senato insieme ai miei colleghi ho votato a favore di una mozione che va proprio nella direzione di inasprire le normative in materia di sicurezza sui luoghi di lavoro, prevedere maggiori e più severi controlli – in buona sostanza un passo avanti verso l’aggiornamento del testo unico sulla sicurezza – perché il tema è di quelli che non possono essere più rimandati”. Lo afferma il senatore di Fratelli d’Italia Guido Liris, eletto in Abruzzo, medico di professione. “Credo sia doveroso che la politica nel suo complesso e le istituzioni a tutti i livelli”, rileva Liris, “facciano proprie le parole del presidente della Repubblica, che solo ieri ha ribadito come lavorare non sia morire. È evidente che quanto stiamo facendo non è abbastanza per cui dovremo ora impegnarci per innalzare il livello di sicurezza in tutti i luoghi di lavoro del nostro Paese. Nel mio percorso professionale da medico del lavoro ho avuto modo di acquisire le giuste competenze, anche attraverso l’approfondimento del dl 81 del 2008, maturando una certa cultura della sicurezza che mi induce a concentrare particolari sforzi nella direzione di una maggiore sensibilità collettiva”.
“Tre persone, tre lavoratori, hanno perso oggi la vita a Casalbordino nell’esplosione avvenuta nella fabbrica Sabino Esplodenti. Altre tre morti bianche. Le cause dell’incidente sono ancora da accertare, ma l’ennesima tragedia sul lavoro ci impone a fare molto di più per la tutela della salute e l’incolumità dei lavoratori. In quella stessa fabbrica, infatti, già nel 2020 erano morti tre lavoratori. É evidente che qualsiasi siano le cause dell’incidente che emergeranno dagli accertamenti degli organi preposti, la politica ha il dovere di trovare soluzioni concrete e immediate. Lo dichiara la parlamentare del M5S, Daniela Torto. “La Magistratura – aggiunge l’esponente pentastellata – farà il suo corso, ma la vita di quei lavoratori è stata spezzata per sempre, così come è stata distrutta quella delle loro famiglie, a cui va tutta la mia vicinanza e solidarietà. Ma è davvero l’ora di dire basta: non si può, non di deve, continuare a morire sul lavoro”.
“E’ con grande tristezza ma con pieno senso del dovere che sono intervenuto, questa mattina in Aula, per ricordare la strage di Casalbordino, in Abruzzo, dove ieri hanno perso la vita 3 lavoratori, rivolgendo un sentito pensiero ai loro famigliari. Con l’occasione ho voluto rimarcare come il dato drammatico relativo ai decessi sui luoghi di lavoro non sia più tollerabile e soprattutto di come sia necessario ed urgente incentivare la cultura della sicurezza e della prevenzione, partendo da una mirata ed efficace formazione nelle scuole. Ritengo, altresì, indispensabile che vengano inasprite le pene e le sanzioni nei confronti di chi non rispetta le norme sulla sicurezza. Auspico che questa Legislatura lavori ancor più incessantemente per distinguersi anche in questo campo con politiche specifiche atte a mitigare morti e infortuni sul lavoro”. Così il deputato abruzzese di Fratelli d’Italia, Guerino Testa.
“Si può morire di guerra anche se non sei in guerra. La Esplodenti Sabino spa è una società specializzata nel recupero di tutte le tipologie di munizioni convenzionali, sistemi d’arma, razzi, missili, testate belliche, bombe aeree, mine navali, bombe di profondità, mine.
Un arsenale di guerra che viene accumulato per finalità civili. Sembra un ossimoro, ma così non è. Avere a che fare con la guerra per scopi civili, non la depotenzia, non la ingentilisce, non la sottrae alla sua funzione primaria, causare morti. In quella fabbrica, per quelle finalità civile inseguite per profitto, sono morti operai. Ieri, così come nel dicembre 2020. Morti nell’ipocrisia sconcertante ed inaccettabile delle istituzioni, che si domandano come sia potuto accadere. La vera domanda è come sia potuto accadere che la Esplodenti Sabino abbia potuto riaprire dopo la strage del 2020, prima ancora che il processo per quella strage iniziasse. Come sia potuto accadere che il Comitato Valutazione di Impatto Ambientale regionale abbia deciso di fermarsi al mero screening preliminare. Accade dunque, in questo Paese, in questa regione, che una fabbrica che maneggia materiale esplosivo di origini belliche, sotto processo per la morte di tre operai dilaniati dall’esplosione di quel materiale nel dicembre 2020, torni a maneggiare esplosivi, torni ad essere palcoscenico osceno e tragico di altre morti. Quell’atteggiamento, accondiscende e compiacente, delle istituzioni che hanno sottovalutato la pericolosità di quella produzione e consentito che la Esplodenti Sabino tornasse a “recuperare armi per finalità civili”, ha tutto il sapore di una partecipazione consapevole o irresponsabile alle attività della fabbrica. Se la magistratura dovesse accertare la fondatezza delle ipotesi di reato ipotizzate, quella partecipazione consapevole o irresponsabile avrebbe una definizione precisa, complicità”. Si legge così in una nota di Antonio Macera, presidente Associazione “Antonio Gramsci – Abruzzo”.