Due processi per una serie di episodi accaduti negli anni scorsi a Frattura Vecchia di Scanno. Con furti, effrazioni e atti vandalici su vecchie proprietà. E’ stato condannato, almeno per un procedimento, con sospensione della pena e messa alla prova ai servizi sociali, L.D.A. 71 anni di Frattura Nuova, finito a giudizio per un furto avvenuto nel 2020.
Nella circostanza, l’uomo si era impossessato di due rotoli di rete metallica, di un martello, altri attrezzi da carpentiere e un tubo corrugato da 10 metri per gli impianti elettrici. Furto avvenuto con l’aggravante di aver forzato il cancello con la rottura del chiavistello con lucchetto, introducendosi nella proprietà, tagliando recinzione di proprietà e rompendo la serratura di un garage.
Per questo procedimento giudiziario, l’uomo era stato denunciato dai proprietari dell’immobile in questione che, per inciso, era stato oggetto anche di precedenti atti vandalici.
Va detto che l’impuato però è coinvolto in un altro procedimento con messa alla prova e per il quale il prossimo 8 luglio è in programma la revisione del processo per la messa alla prova.
In questo caso la citazione diretta a giudizio riguarda i reati di minaccia aggravata continuata, molestie e manomissione luccheeti esterni con inserimenti di colla e forzatura. E che riguardano episodi sempre nei confronti degli stessi proprietari dell’immobile, non abitato, situato a Frattura Vecchia.
La vicenda, al di là di quelli che sono gli sviluppi di natura processuale, favorisce una riflessione. Si parla spesso di spopolamento dei centri montani, poi sono gli stessi compaesani, con comportamenti di tale natura nei confronti di chi, in quelle zone ha vissuto, a minare la tranquillità e la serenità, diventando poi un deterrente per chi ama tornare nei luoghi nativi. E anche una certa indifferenza generale favorisce tali comportamenti.