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Rapina nel kebab: arrestati due minorenni a L’Aquila

L’Aquila. Sabato scorso sono stati arrestati dalla squadra mobile aquilana, per rapina aggravata in concorso e detenzione in concorso di sostanze stupefacenti, due minorenni, entrambi tunisini, uno del 2006 e l’altro del 2007.

Arresto perfezionato in esecuzione dell’ordinanza emessa dal GIP del Tribunale di L’Aquila su richiesta della Procura della Repubblica per i Minorenni di L’Aquila con la quale è stata applicata per uno la misura cautelare del carcere e per l’altro la misura cautelare del collocamento in comunità.

I due, in concorso con altri due complici (uno maggiorenne ed identificato, l’altro in corso di identificazione) si sono resi responsabili, lo scorso 28 agosto, di una violenta rapina ai danni del titolare di un esercizio commerciale di somministrazione e vendita di “kebab” del centro cittadino.

In particolare, dopo che il titolare li aveva sorpresi tutti e 4 nel bagno dell’esercizio commerciale in possesso di un panetto di hashish, all’invito di questi di lasciare il locale, due di loro lo colpivano al volto ed in varie parti del corpo cagionandogli ecchimosi e perdita di liquido ematico, gli altri due ne approfittavano per impossessarsi del suo telefono cellulare e di una giacca della vittima all’interno della quale era contenuto parte dell’incasso pari a euro 1000 in banconote di vario taglio. Uno dei due minori, inoltre, al fine di garantire la fuga del gruppo lo minacciava “di dare fuoco al locale”.

Uno dei minorenni, con precedenti di polizia per lesioni, resistenza a pubblico ufficiale, tentata rapina, estorsione e minacce, è stato associato in un istituto penitenziario minorile di Bari. Nel corso dell’esecuzione della misura gli è anche stato notificato un provvedimento di Dacur (Divieto di accesso alle aree urbane) anche detto Daspo urbano emesso nei suoi confronti dal Questore di L’Aquila il 27 settembre in aggiunta ad un altro provvedimento di Dacur emesso a suo carico nelle scorse settimane dal Questore di L’Aquila.

L’altro minore è stato associato ad una comunità protetta in provincia di Pescara.

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