Pescara. All’ospedale di Pescara, lunedì 5 agosto è stata operata una paziente con una condizione rarissima e potenzialmente letale.
La donna era giunta in Pronto Soccorso con una violenta cefalea e rigore nucale, sintomi che hanno immediatamente allarmato il personale sanitario.
Gli esami diagnostici hanno rivelato una diffusa emorragia subaracnoidea (presenza di sangue libero nel cervello), causata da una rara malformazione artero-venosa (MAV) del midollo cervicale. Questa patologia complessa si caratterizza per la connessione anomala tra arterie e vene laddove viene a mancare il circolo capillare che, nei casi normali, collega le une alle altre.
Nei casi più gravi, come in questa circostanza, le malformazioni possono rompersi, provocando emorragie cerebrali e spinali, e portando potenzialmente alla morte.
L’intervento salvavita è stato eseguito con un trattamento mininvasivo, che consiste nell’inserire un piccolo catetere nell’arteria femorale e quindi nella regione inguinale, per poi navigare all’interno del sistema arterioso fino a raggiungere il circolo cerebrale e da qui i vasi afferenti alla malformazione per rilasciare un liquido simile alla colla ed impedire così il passaggio del flusso arterioso direttamente nel circolo venoso. Questo approccio innovativo ha bloccato il flusso sanguigno nella MAV, riducendo significativamente il rischio di ulteriori sanguinamenti.
L’intervento è stato eseguito in anestesia generale, con costante monitoraggio dell’attività elettrica encefalo-midollare (potenziali evocati motori e somatosensoriali), dall’equipe composta dal dr. Vincenzo Di Egidio, Direttore della UOC di Radiologia e Radiologia Vascolare e Interventistica nonché Direttore del Dipartimento dei Servizi, dal dr. Donato Carlo Zotta, Direttore della UOC di Neurochirurgia, e dal dr. Vincenzo Gargano, Responsabile dell’Unità Operativa Semplice Dipartimentale di Gestione Anestesiologica del Blocco Operatorio.
Dopo l’intervento, la paziente ha mostrato un decorso post-operatorio regolare, senza complicanze, ed è ora prossima alla dimissione.
Il caso esalta il lavoro in equipe di Angiografisti e Neurochirurghi esperti dell’ospedale pesarese per la gestione di patologie complesse quali le malformazioni artero-venose.