Allarme sicurezza all’ex Cementificio di Pescara: “Demolito entro l’anno, diventerà hub turistico”
Pescara. Si accende, a Pescara, la polemica sulla sicurezza attorno all’area dell’ex Cementificio di via Raiale, dove i residenti lamentano la presenza di senzatetto e di degrado diffuso legato alla struttura chiusa da anni.
Oltre a chi vive e ha attività nella zona, è anche il centrosinistra ad attaccare Comune e Regione contestando la scelta di abbattere il Ferro di Cavallo di via Tavo, permettendo a chi in quella zona commetteva atti incivili e criminosi di riversarsi incontrastati nell’ex Cementificio.
“Dopo l’abbattimento del Ferro di cavallo a Rancitelli – spiega la consigliera comunale Marinella Sclocco – la situazione legata allo spaccio, alla prostituzione, è peggiorata e le zone di degrado si sono allargate ai Palazzi Clerico e alle zone vicine all’ex cementificio di via Raiale”.
A rispondere sono stati l’assessore all’Urbanistica, all’Edilizia e all’Ambiente Isabella Del Trecco, il Presidente del Consiglio regionale Lorenzo Sospiri e il sindaco Carlo Masci annunciando oggi, direttamente sul posto, che “entro il 2024 il complesso industriale dell’ex Cementificio, oggi proprietà privata della società Calbit, verrà demolito e partirà la bonifica dei 13 ettari di terreni di risulta, di cui 7,5 ettari destinati a verde e oggetto di cessione al Comune. Entro i successivi 48 mesi, dunque entro 4 anni, saranno completate le opere di riconversione della superficie che accoglierà, tra l’altro, un Centro turistico all’avanguardia, dotato di ogni genere di servizio, e una Bio-Farm”.
“Nel frattempo”, hanno aggiunto, “procedono le opere di protezione e tutela di un’area che comunque non accoglie la microcriminalità: nel corso dei vari blitz delle Forze dell’Ordine non sono state trovate droga, attività di spaccio o di consumo di sostanze stupefacenti. Piuttosto ci sono due o tre senzatetto che, dopo aver rifiutato ogni aiuto e assistenza da parte del Comune, tentano di trovare un rifugio notturno nei luoghi dismessi della città, persone in condizioni di disagio che vanno sicuramente aiutate, ma che non possono essere oggetto di allarme sociale”.