Penne. Il Circolo cittadino di Penne e il consigliere regionale Pd Antonio Blasioli chiedono a Regione e Comune di intercettare i fondi del Pnrr per la riapertura e la riqualificazione del bosco Caracciolo.
“La città di Penne”, affermano i Dem, “ha la fortuna di poter già disporre di un patrimonio verde di grande rilevanza dal punto di vista naturalistico, ambientale e culturale. Trattasi del bosco Caracciolo, ahinoi chiuso in quanto bisognoso di manutenzione e messa in sicurezza. Analoga sorte tocca alla splendida lecceta di Colleromano nella parte più storica di Penne”.
Il Partito Democratico, quindi, lancia una proposta a Regione Abruzzo e Comune di Penne, oltre che alle associazioni, “affinché si instauri un dialogo costruttivo e si arrivi quanto prima alla riapertura del bosco Caracciolo, riservandosi di intervenire più in avanti anche su Colleromano”.
Nel 2016, la Regione ha riconosciuto il bosco Caracciolo e la Lecceta di Colleromano come monumenti naturali protetti, mentre il Comune di Penne è stato incaricato di “stabilire le modalità di gestione dei due parchi, e di promuovere la conoscenza e la valorizzazione degli stessi”. “Da allora”, sottolineano polemicamente dal Pd, “fatta eccezione per sporadiche manifestazioni, il bosco in questione è rimasto chiuso e interdetto a turisti e cittadini, oltre che privo di qualsiasi manutenzione.
Il bosco Caracciolo, sito in Lungo Vicolo Catena o dei Nobili, è il polmone verde del centro storico di Penne, un bosco di 2 ettari progettato nella prima metà del ’700, che si snoda su numerosi sentieri che nell’insieme formano un unico percorso. Un ambiente chiuso, quasi ascetico, dotato di piccole aree di sosta ornate da statue in terracotta, vasche, fontane, scalette, muretti, sedute e superfici a mosaico, in pietra o cotto. Sulla base di uno studio condotto in passato, può vantare la presenza di ben 41 specie arboree e arbustive, tra cui cedri, allori, siepi di bosso, tassi, palmizi, e ancora specie rare e curiose (Torreya, ars topiaria), viali alberati, un giardino tematico, piante monumentali, essenze tipiche del giardino all’italiana e dell’arte topiaria, e la presenza di uno dei più grandi coleotteri d’Europa: il cervo volante.
A seguito di vari passaggi di proprietà, il parco ed il palazzo furono acquisiti dalla Comunità Montana Vestina (oggi Comunità Montana Montagna Pescarese) che, in collaborazione con la Cogecstre di Penne, nel 1998 promosse un progetto di recupero e valorizzazione, che rimase tuttavia inattuato a causa della mancanza di fondi.