Blitz nel carcere di Pescara con 150 agenti: detenuti con telefoni e droga nascosti nel retto

Pescara. Maxi-blitx nel carcere di Pescara, con controlli a raffica sui detenuti dopo la rivolta avvenuta lo scorso 17 febbraio, culminata con un incendio e scoppiata dopo il suicidio di un giovane carcerato
Come riferisce il segretario provinciale del sindacato di polizia penitenziaria Sappe, Giuseppe Di Domizio, ieri è stata eseguita un’operazione di controllo dei detenuti e delle celle con 150 agenti provenienti da Lazio, Abruzzo e Molise: “All’alba, i detenuti del carcere di Pescara San Donato hanno ricevuto una sorpresa amara, soprattutto quelli che non rispettano le regole. Ben 150 poliziotti, provenienti dalle tre regioni, sono stati inviati dal dottor Siciliano per portare avanti l’opera di bonifica del carcere, concentrandosi sulla lotta a telefonini e droga”.
“L’operazione è stata un successo”, spiega Di Domizio, “Sono stati trovati diversi grammi di sostanze stupefacenti e ben 4 telefonini, nascosti in modo ingegnoso: negli orifizi anali dei detenuti. Nonostante i tentativi di nascondere questi dispositivi, la polizia è riuscita a scoprirli. Questa perquisizione straordinaria è un’ulteriore risposta alla recente rivolta che ha scosso il carcere.
Recentemente si è insediato il nuovo provveditore delle carceri abruzzesi, Giacinto Siciliano: “Da anni il sindacato chiedeva un intervento deciso, e finalmente l’amministrazione penitenziaria ha risposto”, conclude il segretario del Sinappe che fa “i complimenti a tutti gli agenti della polizia penitenziaria di Lazio, Abruzzo e Molise che hanno preso parte all’operazione, e a tutti i poliziotti di San donato per essersi distinti come sempre”.