Pescara. Ennesima aggressione ai danni di un agente di polizia penitenziaria nel carcere di Pescara.
“Ieri alle ore 14:00 circa”, riferisce Giovanni Scarciolla, segretario provinciale del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria. all’interno della Casa circondariale San Donato di Pescara, “un detenuto di origine magrebina, invitato più volte dall’agente di Polizia Penitenziaria a fare rientro presso la propria Sezione detentiva, lo ha aggredito brutalmente con un calcio in pieno addome, scaraventandolo a terra”.
“Tempestivo è stato l’intervento degli altri operatori che sono riusciti, nonostante le difficoltà, a ripristinare l’ordine e la sicurezza”, prosegue il sindacalista. “L’agente coinvolto è stato trasportato presso il Pronto Soccorso di Pescara, dove gli è stato riscontato un trauma addominale dovuto all’aggressione con prognosi di 15 giorni di riposo e cure”.
Netta la denuncia di Scarciolla: “Abbiamo assistito all’ennesimo episodio di aggressione rivolto al personale di Polizia Penitenziaria che opera all’interno dell’istituto pescarese a poca distanza da episodi analoghi dove non vi è stato alcun provvedimento ed alcuna soluzione intrapresa dagli organi superiori. Un carcere dove vengono inviati e trasferiti da altri istituti detenuti, nella maggior parte dei casi per ordine e sicurezza, nonostante la grave mancanza di posti dovuta al sovraffollamento dell’istituto stesso che conta oltre 450 Detenuti dei 250 previsti, rendendo il lavoro degli Agenti della Polizia Penitenziaria particolarmente complesso e stressante”.
Il sindacalista evidenzia infine che “come sindacato di Polizia Penitenziaria SAPPE chiediamo, per l’ennesima volta, un intervento urgente ed immediato da parte degli uffici e organi competenti del DAP e del Ministero della Giustizia affinché non vi sia decadimento prossimo”.
“Ormai quello che quotidianamente accade nelle carceri abruzzesi non fa più notizia”, rimarca Giuseppe Ninu, segretario regionale del SAPPE. “Le aggressioni che avvengono pressoché quotidianamente ai danni del personale di Polizia che presta servizio nelle varie carceri sono il simbolo di una gestione fallimentare dell’Amministrazione Penitenziaria dell’Abruzzo, che dipende da Roma da quando non c’è più il Provveditorato regionale a Pescara. Sembrerebbe che il Ministero intenda rivedere questa scellerata decisione: Il SAPPE denuncia ormai da tempo la situazione insostenibile delle carceri regionali, ma chi dovrebbe intervenire e tutelare continua a tacere ed a restare inerme. Mai udito un silenzio così assordante da parte di questa Amministrazione Penitenziaria!”
“La situazione penitenziaria è sempre più critica” – commenta il Segretario Generale del SAPPE, Donato Capece, che ribadisce: “Quanto avvenuto testimonia che il sistema della sicurezza nelle carceri italiane non è adeguato alle esigenze attuali per cui è necessario intervenire. Chiediamo all’Amministrazione penitenziaria di adottare ogni utile iniziativa affinché i detenuti vengano puniti in maniera esemplare, con l’applicazione dell’articolo 14 bis dell’ordinamento penitenziario che prevede particolari restrizioni, per coloro che mettono in crisi l’ordine e la sicurezza degli istituti penitenziari”.
“Continuiamo altresì a chiedere che vengano previste adeguate strutture sul territorio nazionale, ove i detenuti violenti possano scontare la pena in regime chiuso, fino a quando non comprendono che devono rispettare le regole e soprattutto la polizia penitenziaria e tutti gli altri operatori”, prosegue il leader del SAPPE, che fa appello ai Sottosegretari alla Giustizia Andrea Delmastro ed Andrea Ostellari per un incontro urgente “al fine di ristabilire subito regole efficaci per garantire ordine e sicurezza, attuando davvero quella tolleranza zero verso quei detenuti violenti che, anche in carcere, sono convinti di poter continuare a delinquere nella impunità assoluta!”.