Pescara. Riammessi in servizio gli undici lavoratori dell’ex supermercato Auchan di Pescara e Cepagatti che avevano presentato ricorso dopo la cessione della proprietà
Solo gli undici lavoratori che hanno promosso il ricorso, assistiti dagli Avvocati dell’Ufficio Vertenze e Legali CGIL, Fiorella Dragani, Francesca Ramicone e Chiara Sabatini, hanno vinto e visto riconosciuto il loro diritto al passaggio in Maiora Srl ed al pagamento dei tre anni di stipendio maturati dal 2020 al 2023.
Come riferiscono il segretario generale della Filcams Cgil Pescara, Davide Urbano, e la responsabile dell’ufficio vertenze Daniela Liguori, “con pronuncia del 12 Ottobre 2023 il Tribunale di Pescara ha riconosciuto l’illegittimità del comportamento tenuto da Margherita Distribuzione S.p.A. e della Società Maiora Srl che, nel Settembre 2020 sottoscrivevano accordi di cessione di ramo d’azienda con le Organizzazioni Sindacali Territoriali, per cui la sola Filcams CGIL di Pescara manifestò la propria contrarietà non firmando e contestando gli accordi stessi. Gli accordi stabilivano, con criteri del tutto arbitrari, il transito dalla cedente Margherita Distribuzione S.p.A. (ex Auchan) alla cessionaria Maiora S.r.l di una sola parte del personale in forze nei due ipermercati ex Auchan di Pescara Aeroporto e Cepagatti (PE), lasciando fuori dall’operazione 140 lavoratori”.
Subito dopo la firma degli accordi, la Filcams CGIL di Pescara, aveva convocato in assemblea le lavoratrici e lavoratori esclusi, esortandoli a promuovere contenziosi: “Purtroppo molti dei lavoratori esclusi, in preda allo sconforto e disorientamento dovuto dall’incertezza, sotto la pressione di scadenze perentorie hanno accettato le somme economiche a titolo di incentivo all’esodo proposte da Margherita Distribuzione S.p.A, rinunciando alla propria occupazione”, riferiscono Urbano e Liguori.
“In dirittura di arrivo dell’iter Giudiziario”, proseguono i sindacalisti, ” le imprese cedenti e cessionarie, per limitare i danni di una imminente sentenza che si prospettava a loro sfavorevole, in data 1 Agosto 2023, dopo quasi tre anni di udienze, riammettevano in servizio tutte le lavoratrici e lavoratori ancora in forza in Margherita Distribuzione, tuttavia senza il pagamento delle intere retribuzioni arretrate relative ai tre anni precedenti, retribuzioni che poi sono state riconosciute in giudizio per i soli ricorrenti assistiti e rappresentati dalla CGIL”.
Il Giudice del Tribunale di Pescara che, in diversi stralci della stesura si è ricollegato alle motivazioni di altri Tribunali, tra cui la più significativa della Corte di Appello di Torino, ha affermato che “non è configurabile come trasferimento di un (inesistente) ramo d’azienda, ma ha realizzato il trasferimento dell’intera Azienda, sia pure con una riduzione della superficie utilizzabile, e con una contestuale, massiccia, riduzione di personale, in palese violazione delle norme imperative dell’art. 2112 c.c. e della L.223/91 sui licenziamenti collettivi: le aziende condannate hanno progettato ed attuato una scorretta operazione (spezzatino), all’evidente scopo di eludere ed aggirare l’applicazione delle norme imperative poste a tutela dei lavoratori e delle condizioni di occupazione”.