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Pescara

Il ministro Roccella a Pescara per la Liberazione: “Fine divisioni sull’antifascismo”

Pescara. “Sono qui per festeggiare la libertà per tutti gli italiani. E sull’antifascismo non ci sono più divisioni”.

Lo ha detto la per la famiglia, la natalità e le pari opportunità Eugenia Roccella, intervenuta a Pescara alla cerimonia in ricordo dei nove martiri partigiani fucilati l’11 febbraio 1944 nella scuola a loro intitolata.

La ministra ha poi spiegato che “la libertà va conquistata ogni giorno, e dobbiamo essere consapevoli di questa fortuna. Nel mondo si stanno combattendo altre resistenze e battaglie per la liberà, penso alle donne dell’Iran o alla guerra, e noi in questo caso siamo schiarati dalla parte giusta. La Festa della Liberazione deve unire gli italiani e ci deve servire come monito anche per le vicende che accadono altrove”.

Il sindaco di Pescara Carlo Masci a sua volta ha affermato che “se oggi abbiamo la libertà lo dobbiamo ai nove martiri e ai tanti partigiani che hanno combattuto il nazifascismo, e grazie all’Anpi che in questo luogo rappresenta il martirio di quegli uomini. La nostra è una patria di libertà, mentre in Europa vediamo fatti drammatici che ci riportano a quei giorni – ha concluso – la libertà è una conquista e non è per sempre, quindi va coltivata ogni giorno”.

Il presidente provinciale Anpi Nicola Palombaro ha poi voluto sottolineare davanti alle autorità come “questa Festa non escluda nessuno”.

“Anche in Italia la Resistenza ha segnato un momento importante per le donne. Anzi è stato uno dei primi momento di piena, vera partecipazione delle donne alla vita pubblica. Si stimano 35mila combattenti, 20mila donne con funzioni di supporto”, ha detto Roccella nel corso del suo discorso, “Settantamila appartenenti ai gruppi di difesa. 4633 donne furono arrestate subendo spesso terribili violenze e condanne. 512 furono commissari di guerra, 3 mila deportate in Germania. 19 le medaglie d’oro femminili e 17 d’argento al valore militare. Ma non risiede solo nei numeri l’importanza delle donne in quel periodo. Risiede nelle tante figure che hanno lasciato traccia. Qui in Abruzzo c’è sta per esempio Maria Luisa Di Sipio che grazie alla conoscenza dell’inglese, cosa rara in quel periodo, ebbe un fondamentale ruolo nella costituzione della gloriosa Brigata Maiella che tutti conoscono e ricordano e poi Eelena De Vincentiis, Carmela Monacelli, Ada Di Giacomo, fucilata dai tedeschi a Francavilla e tante altre”.

“Furono 136 le donne abruzzesi partigiane e patriote che con diversi ruoli, anche di combattenti, hanno lottato per la libertà del nostro Paese. E anche grazie al, loro coraggio e a un contributo che non si poteva ignorare, che dopo la Liberazione ci fu un salto nel riconoscimento della partecipazione femminile alla vita civile e politica del nostro Paese e non a caso che finalmente, troppo tardi, arrivarono i diritti elettorali e che ci furono donne nella Costituente e poi nel Parlamento anche se la lunga marcia per la parità non giunse certo a compimento allora e non è giunta nemmeno oggi”, ha concluso la ministra.

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