Pescara. Si è tenuto ieri pomeriggio, nella sede di Confartigianato Pescara, l’incontro tra i vertici locali dell’associazione artigiana, gli imprenditori del settore balneare e i quattro candidati a sindaco della città adriatica, in merito agli effetti che la direttiva Bolkestein rischia di produrre sul comparto.
Il presidente e il segretario di Confartigianato Imprese Pescara, Giancarlo Di Blasio e Fabrizio Vianale, la vicepresidente Barbara Lunelli e il presidente di Confartigianato Imprese Demaniali, Lorenzo Iulianetti, hanno incontrato separatamente ognuno dei quattro candidati in corsa per la carica di primo cittadino – Carlo Costantini, Gianluca Fusilli, Carlo Masci e Domenico Pettinari – manifestando forte preoccupazione per la sorte delle centinaia di balneatori pescaresi dopo i recenti pronunciamenti del Consiglio di Stato e della Corte di Giustizia europea che impongono al Governo di riassegnare le concessioni tramite gare pubbliche.
Obiettivo dei colloqui è stato quello di provare ad individuare le possibili vie d’uscita da un’impasse che rischia di penalizzare pesantemente gli operatori locali.
Per Carlo Costantini (in foto), candidato della coalizione di centrosinistra, “la Bolkestein, in quanto tale, è difficilmente compatibile con il nostro sistema turistico balneare, ma la favola che ci è stata raccontata, che si sarebbero potuti evitare gli effetti della direttiva, ha pregiudicato gli interessi della categoria e della città. Non è arrivato alcun intervento salvifico ed è stato perso del tempo, perché i comuni potevano fare molto e potranno farlo ancora. Occorre evitare che la riviera di Pescara diventi una sorta di concessione autostradale, privando il consumatore delle specificità del nostro sistema. Pescara ha una diversità dell’offerta che è il fondamento della qualità del suo prodotto: si pensi alla varietà di cibo che il turista può trovare a pochi metri l’uno dall’altro. Tra le pieghe legislative, nel totale rispetto delle norme, ci sono possibilità che questa specificità venga conservata, perché l’Europa non ci impone una modalità specifica di evidenza pubblica e quindi, ad esempio, possiamo evitare di creare concentrazioni e mettere a gara l’intera riviera, spacchettando alcune concessioni per volta, o magari prevedendo la figura di un direttore tecnico con determinati requisiti, come la caratteristica di avere gestito per almeno 15 anni uno stabilimento balneare. Il tempo perduto va quindi recuperato, mettendosi a lavorare concretamente, per costruire le condizioni affinché gli operatori di Pescara risultino loro stessi in larghissima parte aggiudicatari del bando”.
“Ogni volta che la nostra amministrazione ha dovuto prendere una decisione sulla spiaggia – ha detto invece il sindaco uscente Carlo Masci, candidato alla guida della coalizione di centrodestra, “abbiamo avuto sempre confronti diretti e proficui con le associazioni di categoria e con i balneari. Ove il Comune dovesse essere il soggetto attuatore dei bandi, fermo restando che la Regione dovrà giustamente dare gli indirizzi, per evitare che ogni comune predisponga il suo bando, e qualora dovessi essere ancora io il sindaco di Pescara, mi preoccuperò di tutelare al massimo la storia, la cultura e le tradizioni delle attività produttive che hanno partecipato alla crescita della città. Se oggi infatti siamo in grado di offrire un servizio di altissimo livello ai cittadini e ai turisti che vengo in vacanza a Pescara, lo dobbiamo agli imprenditori del mare”.
Gianluca Fusilli in corsa con la lista Stati Uniti d’Europa, ha proseguito: “Bisogna ragionare in termini di responsabilità del Comune di Pescara, per evitare che, alla scadenza prevista al 31 dicembre 2024, si arrivi di fronte a una situazione irreparabile di confusione normativa. Quindi occorre iniziare ad attivare un percorso di costruzione dei procedimenti di gara e ragionare sul come e chi deve fare i bandi. Qualsiasi operazione deve svolgersi attraverso un tavolo di concertazione permanente, con il coinvolgimento dei rappresentanti di categoria e tutti gli attori interessati, affinché si possa trovare la migliore soluzione possibile che tuteli il valore del capitale umano e le imprese che in questi anni hanno aiutato a far crescere Pescara. Non immagino un safari nel quale ogni comune affronti in solitudine un procedimento di questo tipo, ma credo che invece sia necessario il coordinamento da parte di un ente sovracomunale, come la Regione o un consorzio di comuni. Il Consiglio di Stato ha già indicato in maniera sintetica i criteri di assegnazione delle concessioni, che certamente possono essere integrati, ma in sostanza il bando dovrebbe contenere norme che tutelino la professionalità conquistata in anni di attività da coloro che attualmente gestiscono le concessioni”.
Infine il candidato civico Domenico Pettinari: “Se fossi io a poter decidere, infatti, conserverei al massimo l’assetto attuale, perché gli imprenditori balneari rappresentano una delle parti migliori della società, l’economia sana della nostra città. Ho timore delle infiltrazioni da parte di grossi colossi, anche internazionali, e io non permetterò mai situazioni ambigue, ma dobbiamo fare i conti anche con la realtà. È chiaro che ci troviamo di fronte a una lacuna a livello nazionale, perché i comuni sono stati lasciati soli, senza ricevere dal governo centrale una direttiva. Per far fronte a questa situazione, quindi, occorre mettere attorno a un tavolo le associazioni di categoria e le migliori competenze del comparto, per creare bandi di gara che di concerto con l’Ufficio legale comunale, nel rispetto delle norme, siano in grado di tutelare coloro che da anni hanno investito e prodotto un valore aggiunto e che rappresentano le tante sentinelle della legalità dell’economia locale. E nella costruzione dei bandi, a mio avviso, i Comuni potrebbero coinvolgere l’Anci”.