
Pescara. Il Comune di Pescara esce dal predissesto, come ha appena accertato la Corte dei Conti.
“Lo fa da Comune virtuoso, avendo dimostrato di essere un esempio”, esultano il sindaco Carlo Masci, l’assessore alle Finanze Eugenio Seccia e il dirigente del settore finanziario Andrea Ruggeri, con tutto il personale della Ragioneria dopo il via libera arrivato dalla Corte dei conti (sezione regionale di controllo per l’Abruzzo).
“La Corte dei conti”, hanno annunciato questa mattina in conferenza stampa, “ha accertato la completa attuazione del Piano di riequilibrio finanziario pluriennale, al termine della scadenza della procedura di 10 anni, e ha certificato l’uscita dal predissesto. La Corte ha inoltre evidenziato che il Comune ha dimostrato una apprezzabile capacità di generare economia dal ripiano del disavanzo di amministrazione”.
Sono questi i passaggi simbolici della deliberazione della Corte, messi in evidenza da Masci e Seccia. Impossibile non guardare indietro. “Quando ci siamo insediati, nel 2019, abbiamo trovato un Comune in predissesto, con impegni notevolissimi e spese da sostenere”, ha detto Masci. “Oggi, con grande orgoglio, possiamo dire che la procedura si è conclusa definitivamente, essendo arrivato il sigillo della Corte dei conti che attesta il rispetto di tutti gli impegni da parte del Comune, in questi anni. Il Comune ha ritrovato la sua autonomia finanziaria, è passato dall’essere un ente ‘canaglia’ a ente ‘virtuoso’ e questo perché è stato fatto un lavoro puntuale e certosino. Abbiamo raggiunto numeri incredibili, eccezionali”, ha detto con orgoglio Masci ringraziando chi ha lavorato per questo obiettivo.
“Abbiamo messo a punto un metodo vincente, che ha consentito a Pescara di brillare e di diventare un esempio, grazie all’eccellenza della struttura della Ragioneria. E ora proseguiamo su questa strada”, ha messo in evidenza Seccia aggiungendo di “abbiamo lavorato serenamente andando in meta, anche se c’è stato un momento molto difficile, nel 2022, per una sentenza della Corte costituzionale. Ringraziamo i revisori che si sono alternati in questi anni e la Corte, che ci ha monitorato e dato delle prescrizioni, che abbiamo seguito. Oggi, dopo aver dimostrato di tenere sotto controllo i conti, il Comune di Pescara è più vigoroso dal punto di vista finanziario. L’ultimo impegno del piano di riequilibrio prevede che a ottobre dobbiamo restituire i residuali 4 milioni di euro, a livello finanziario, e negli anni successivi continueremo a ripianare il disavanzo di amministrazione, che inizialmente era di 63 milioni”.
Tra gli aspetti positivi che si concretizzano con l’uscita dal predissesto ci sono l’accensione dei mutui, che ora è possibile, e le assunzioni, già avviate. “E se nel 2019, tra le prime delibere di variazione di bilancio approvate, c’era quella per pagare interessi passivi per 800/900mila euro di interessi passivi, ora non è più così perché in tesoreria ci sono 20 milioni di euro. Il termometro della cassa, che indica lo stato di salute degli enti locali, dice che il malato è guarito. E siamo l’unico comune d’Abruzzo a pagare in 23 giorni i propri fornitori, il che vuol dire che iniettiamo risorse finanziarie sul territorio”, ha concluso Seccia.
Ruggieri ha sottolineato che “il Comune non ha più fatto ricorso all’anticipazione di tesoreria dall’esercizio 2021 e da quel momento la consistenza della cassa è stata in costante aumento, grazie alla aumentata velocità di riscossione delle entrate correnti proprie. Se nel 2016 il Comune pagava i fornitori dopo 109 giorni ora siamo a 23, cioè 6,75 giorni in meno rispetto ai 30 a disposizione. Grazie all’attività della società di riscossione in house providing ‘Adriatica risorse’, la lotta all’evasione ha permesso di aumentare la percentuale di riscossione delle entrate, passando dal 18% del 2016 al 29,45%. Le somme riscosse a seguito della lotta all’evasione sono passate da un milione 339mila euro del 2017 a 10 milioni 112mila euro del 2024. Per quanto riguarda il disavanzo da coprire (in 28 anni), nel 2015 superava i 63 milioni di euro, ora restano 22 milioni 944 mila euro perché l’Ente è riuscito a coprire quote di disavanzo sempre maggiori (rispetto ai 2,7 milioni annui previsti) per cui il tempo di rientro si riduce, e si evita di far gravare il debito sulle generazioni future”.
Tra i dati evidenziati, “non dobbiamo più pagare interessi sulle anticipazioni e non facciamo più l’accantonamento al fondo di garanzia”. Diversi gli accorgimenti adottati in questi anni, oltre alla lotta all’evasione, e cioè “la razionalizzazione della spesa corrente (ad esempio per le utenze), una consistente riduzione della bolletta energetica grazie agli interventi sul fotovoltaico (il taglio è stato fino ad ora di circa due milioni di euro l’anno), l’estensione dei parcheggi a pagamento e la riduzione delle spese di personale”. Presente alla conferenza il presidente della commissione Finanze, Giuseppe Bruno.