Pescara. Voleva andarsene dalla casa in cui viveva con l’uomo che è accusato di averla uccisa, portarsi via il cane e farsi una nuova vita.
E’ Octavia Cozac a raccontare le intenzioni della sorella Alina, la 40enne di Spoltore morta per strangolamento il 22 gennaio scorso per mano, secondo la Procura, per mano del compagno, Mirko De Martinis. Intervistata dall’edizione abruzzese de Il Messaggero, Octavia Cozac racconta di aver sentito Alina, per l’ultima volta, nove ore prima che morisse: “Mi ha detto che se ne sarebbe andata di casa insieme al suo cane e che voleva una nuova vita, perché Mirko la trattava malissimo”, spiega la donna originaria della Romania, come la sorella, ma che ora vive in Inghilterra.
La famiglia della vittima, quindi, non avrebbe mai creduto a De Martinis che, fin dalla chiamata fatta da lui stesso al 118, aveva detto che la compagnia era stata colta da un malore, all’alba del 22 gennaio, nel loro letto nella casa in cui convivevano a Villa Raspa di Spoltore: “Lui ci ha detto che Alina aveva avuto un infarto ed era morta tra le sue braccia, ma ci è sembrato strano che già sapesse la causa del decesso – si legge ancora su Il Messaggero, –. Mirko voleva denunciare il 118, perché i soccorsi sarebbero arrivati tardi, dopo 40 minuti: diceva che sua sorella era accorsa prima dell’ambulanza. Spero che quest’ultima non abbia avuto un ruolo nel delitto, magari ripulendo la scena del crimine”, prosegue Octavia Cozac.
Da ben 16 anni la coppia stava insieme e, un anno prima della morte, Alina avrebbe confidato alla sorella la situazione, inoltrandole un messaggio del 47enne con la minaccia, dai toni aggressivi, di sbatterla fuori casa. Poi un clima generale di terrore: “Quando Mirko arrivava, Alina metteva giù il telefono come se avesse paura. Lei si vergognava di parlare dei suoi problemi, ma in quell’occasione mi aveva detto che prima avrebbe ottenuto la patente, così da essere più indipendente, e poi se ne sarebbe andata via”, spiega ancora Octavia Cozaz.
Nonostante tutto, Alina è rimasta a vivere con De Martinis. La sorella la ricorda “solare, buona e fedele. Forse un po’ ingenua, poiché accecata dall’amore”. Ora, dopo 8 mesi di indagini, emergono dettagli inquietanti: “Mirko sembrava piuttosto freddo e spingeva affinché gli intestassimo la macchina di Alina e, soprattutto, per fare in fretta il funerale. Se fossero stati sposati, magari sarebbe riuscito a seppellirla subito”, sottolinea Octavia.
De Martinis, recluso in carcere da alcuni giorni con l’accusa di omicidio volontario aggravato dalla convivenza e dai futili motivi, si continua a professare innocente, mentre – secondo quanto riportato da Il Messaggero – una perizia sui dati informatici avrebbe rilevato una manipolazione dei dati digitali. Il suo arresto, per la famiglia Cozac “è stata una piccola magra vittoria: nulla mi ridarà mia sorella, ma sapere che lui era in giro proseguendo serenamente la sua vita era troppo doloroso e Mirko rappresentava un pericolo per le altre donne”, commenta Octavia.
E’ stato, inoltre, lanciato un appello dalla famiglia di Alina per una raccolta fondi utile a sostenere se spese legali, mediche e i viaggi in Italia dei Cozac.