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Pescara

Parco Nord Pescara: “Mancano le valutazioni obbligatorie”

Pescara. “Quella che poteva essere davvero un’opportunità per la nostra città rischia di trasformarsi in una trappola dai costi milionari per colpa di un procedimento gestito male e con colpevole ritardo da parte dell’amministrazione Masci”.

Così il consigliere comunale M5S, Paolo Sola, e la consigliera regionale Erika Alessandrini, hanno denunciato oggi “tutte le criticità della delibera con cui domani il Consiglio Comunale voterà il progetto di fattibilità del Parco Nord”.

“Una serie incredibile di gravi mancanze che vanno dall’aspetto tecnico a quello economico e rischiano di compromettere l’intero procedimento. Innanzitutto – spiegano Sola e Alessandrini – manca una valutazione di impatto acustico sull’intero progetto, obbligatoria per legge ogni qual volta si realizzano nuove opere pubbliche, come un parco urbano. Una valutazione che, chiaramente, va redatta prima dell’approvazione dello studio di fattibilità perché potrebbe portare all’esclusione di alcune opere risultanti troppo rumorose, come potrebbe essere per il famoso skatepark presente nel progetto, e che non convince neanche la maggioranza di centrodestra. Lo stesso dicasi per il parere geomorfologico – proseguono i pentastellati – che la legge impone e che va fornito dai competenti uffici tecnici regionali, ma che in questo caso hanno fornito soltanto un generico parere favorevole, peraltro subordinato alla condizione di utilizzare solo pavimentazioni drenanti nelle aree attrezzate del parco. Tutto il contrario di quanto previsto nel progetto di fattibilità, che invece prevede solo pavimentazioni in calcestruzzo non drenanti e impermeabili”.

Anche il quadro economico dell’opera e il tema degli espropri sembrano viziati da diversi problemi che non rendono chiaro l’effettivo impatto dell’operazione e aprono al rischio di maggiori costi e contenziosi milionari a carico dell’ente. “Al di là del fatto che già la somma di 700.000 euro indicata per gli espropri è assolutamente inverosimile – aggiungono Sola e Alessandrini – in quella cifra non è considerata l’IVA al 22% che va corrisposta per legge nel caso in cui gli espropriati siano società commerciali, come in questo caso. Questo ci restituisce un quadro economico che già così è assolutamente sbilanciato, con decine di migliaia di euro che mancano all’appello. Ancor più grave la questione che riguarda gli espropri, tra i quali manca forse la particella più importante, che nel 2022 era stata oggetto di una variante puntuale al piano regolatore proprio perché la Giunta Masci la considerava strategica per poter realizzare il parco senza interruzioni. Con la conseguenza che, prima, è stato concesso al privato di recuperare quelle volumetrie altrove proprio per liberare l’area, e ora, invece, si dimenticano di espropriare quello stesso fabbricato progettandogli il parco intorno. Senza dimenticare come la valutazione dell’indennità di esproprio, a soli 16 euro al metro quadrato, sicuramente porterà a ricorsi da parte dei privati, con il rischio che il Comune dovrà sborsare qualche milione di euro di differenza, che a pagare sarebbero i cittadini di domani”.

Insomma per quanto la realizzazione di un nuovo parco sia un obiettivo condivisibile in linea di principio – concludono Sola e Alessandrini – non può esserlo realizzarlo in questo modo, con una corsa contro il tempo per non perdere il finanziamento ed esponendoci ad un probabile disastro economico”. Tutte le questioni sono state inserite in una istanza pregiudiziale con cui il Movimento 5 Stelle chiederà in Consiglio Comunale di non discutere la delibera.

Ai pentastellati si aggiunge la voce del capogruppo della lista Pettinari Sindaco, Domenico Pettinari: “Se domani il Consiglio comunale  approvasse a maggioranza le due delibere in discussione, la delibera che dispone l’efficacia dell’approvazione del progetto sarebbe nulla perché in violazione di legge. Basterebbe solo questo per interrompere ogni tipo di discorso, ritirare la proposta di delibera e aspettare i giorni stabiliti per legge per la ripresentazione”, afferma spiegando che “la normativa prevede che al massimo domani il consiglio comunale potrebbe assumere la delibera di approvazione del progetto di fattibilità che si intenderebbe approvata solo allo scadere di 90 giorni, a garanzia soprattutto di una partecipazione massima. Solo dopo si potrebbe approvare la delibera che ne dispone l’efficacia. Quindi per incapacità di predisporre gli atti nei tempi stabiliti dalla legge il progetto andrebbe ritirato perché, pur volendo ora rispettare i dettami normativi, si sconfinerebbe oltre il termine massimo previsto per il mantenimento del finanziamento”.

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