Pescara, la replica di Aca a Pignoli: “Nessuna stangata sulle bollette”
Il capogruppo Udc aveva denunciato l'invio in ritardo di bollette scadute
Pescara. “Nessuna stangata per gli utenti”: così l’Aca resplica alle accuse mosse dal capogruppo dell’Udc del Comune di Pescara Massimiliano Pignoli, insieme all’avvocato Antonio Di Monte, sulle bollette mai recapitate e le vessazioni a danno dell’utenza da parte dell’azienda acquedottistica abruzzese.
Dopo alcuni giorni dalla denuncia, quindi, il gestore idrico a quelle che definisce “illazioni diffuse”, ritenendole “senza alcun dubbio strumentali e di propaganda”.
“Per eventuali ritardi nel recapito della corrispondenza”, Aca si ritiene “semmai, parte lesa nei confronti della società che spedisce e invia le bollette”, e precisa che ha attivato “già da tempo da un lato, le contestazioni alla società di spedizione per ogni singolo utente che segnala il ritardo del recapito bolletta e, dall’altro, una serie di servizi che consentono all’utente di ricevere la fattura via mail (quindi senza alcun ritardo) e/o di scaricarla dal sito web e/o riceverla tramite semplice richiesta al numero verde”.
L’azienda acquedottistica, inoltre, sottolinea che Pignoli e Di Monte fanno riferimento a “un sollecito di pagamento bonario, così come imposto da Arera, e non un’ingiunzione di pagamento come erroneamente affermato” e specifica che “i documenti presentati sono fatture nelle quali vengono riportati, nell’apposito riquadro, eventuali scaduti precedenti. Quindi, se tale documentazione è stata mostrata, le fatture sono necessariamente pervenute agli utenti in questione”.
Il fornitore, poi, aggiunge che “dalle verifiche sta puntualmente effettuando sulle segnalazioni degli utenti allo sportello, molto spesso il mancato recapito è attribuibile all’utente stesso poiché, ad esempio, non ha effettuato una voltura mortis causa e, conseguentemente, il postino non ha potuto consegnare ad un soggetto diverso dal destinatario indicato in fattura”.
“Considerato che la stragrande maggioranza degli utenti ha regolarmente pagato, è evidente che le fatture sono state regolarmente inviate e, se una parte minima dell’utenza non le ha ricevute, questo non è certamente imputabile ad ACA”, prosegue la replica, insistendo che “alla base di tutto, c’è anche la considerazione non trascurabile che l’utente non può dimostrare di non aver ricevuto la fattura poiché in posta ordinaria e non per raccomandata”, concludendo con l’invito “al Consigliere e al suo Avvocato a un confronto più costruttivo e soprattutto a non creare falsi allarmismi che inducono l’utenza a un’improbabile class-action priva di fondamento”.