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Pescara

Pescara, Masci vuole il test antidroga anche per i candidati

Pescara. Prosegue la “battaglia” di Carlo Masci per introdurre il test antidroga in Municipio, dopo l’inchiesta che ha fatto emergere l’uso di cocaina all’interno degli alti uffici comunali.

Nei giorni scorsi, infatti, il sindaco di Pescara, si è recato in ospedale con il comandante dei vigili Palestini, per parlare con i dirigenti Di Egidio e Savini, del Dipartimento di Farmacotossicologia, e “chiedere consigli”, spiega lo stesso sindaco, “su come arrivare a un protocollo con la Asl per effettuare controlli su base volontaria sulle dipendenze da alcool e da sostanze stupefacenti”.
“Fino a ora il problema non si era mai posto, perché non era mai stato individuato un episodio di dipendenza che in qualche modo potesse condizionare l’attività della Pubblica Amministrazione”, prosegue Masci, che aggiunge: “Quando ho sollevato il tema del  controllo su base volontaria, mi è stato eccepito che c’era una questione insuperabile di privacy sui dipendenti, per i quali la legge non prevede controlli, se non per alcune categorie. A questo punto sono convinto che occorra, quanto meno per gli amministratori, che hanno il potere di rappresentare i cittadini, e i dirigenti, che con la loro firma  impegnano l’Ente, un sistema che assicuri la piena libertà di giudizio e la mancanza di condizionamenti derivanti da dipendenze patologiche”.
“Sui dirigenti il tema è tutto dentro una modifica legislativa, la Politica, però, deve essere la prima a dare l’esempio”, rilancia Masci, “Per questo, da oggi in poi, dopo aver fatto personalmente il test, chiederò, agli assessori, ai consiglieri, a coloro che sulla base di un mio giudizio e di una mia firma potranno assumere un ruolo pubblico, a quelli che si candideranno con me, ove dovessi essere nuovamente candidato a sindaco, una certificazione, su base volontaria, che attesti la loro libertà da dipendenze da alcool e sostanze stupefacenti. Inoltre, ho già chiesto ai settori Personale e Sociale di istituire in Comune uno sportello di ascolto e di aiuto per i dipendenti che eventualmente dovessero convivere con queste schiavitù, per dare loro la forza per liberarsene”.
“Fino a qualche giorno fa non potevo mai immaginare quello che sarebbe successo, e chiedo scusa ai miei concittadini se ho mancato in qualcosa, ma sinceramente non so cosa avrei potuto fare per scoprire quello che poi è emerso da un anno di indagini, ma da oggi il mio sguardo sarà molto più attento a certi fenomeni personali e sociali”, chiosa amaramente il sindaco.

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