Pescara. Anche dopo la richiesta del Consiglio di Stato per un’indagine sui progetti e i lavori realizzati, viale Marconi continua a tenere il banco della polemica politica a Pescara.
E’ il presidente della commissione comunale Mobilità, Armando Foschi, a stigmatizzare “la lettura elettorale dell’ulteriore passaggio promosso dal Consiglio di Stato, ad opera di simpatizzanti del centrosinistra, che fa un po’ sorridere perché attribuisce già oggi al Consiglio di Stato un orientamento ben preciso, ma la verità è che non si può intravedere proprio nulla perché dal ministero si attendono chiarimenti di tipo tecnico, il che mi sembra più che naturale, direi scontato”.
“In relazione al ricorso presentato dai cittadini al presidente della Repubblica sulla viabilità di viale Marconi”, specifica Foschi, “il Consiglio di Stato ha chiesto al Ministero delle Infrastrutture e dei trasporti una relazione integrativa, sollecitando chiarimenti su alcune questioni specifiche. Il ministero, che avrà 120 giorni di tempo, dovrà anche esprimersi sulla eccezione di inammissibilità del ricorso sollevata dal Comune in relazione alla mancata impugnazione della delibera 406/2019, quella che prevedeva di dirottare il filobus su Viale Marconi, la delibera madre (rispetto al progetto nato nel 2018) che l’amministrazione attuale ha portato avanti per non perdere i fondi, apportando delle modifiche”.
“A proposito del centrosinistra”, rilancia il consigliere della Lega, “voglio ricordare che la corsia per i bus lato monte è figlia del centrosinistra (delibera 416/2019), quel centrosinistra che poi ha contestato la conseguente eliminazione dei posti auto, e quel centrosinistra che oggi cerca di salvare la faccia. Noi ci siamo attivati per eliminarla, in un contesto più ampio di rivisitazione della viabilità a Portanuova”.