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Pescara

Pronto soccorso Pescara: “Attese oltre 12 ore”

Sayonara Tortoreto

Pescara. “La situazione del Pronto soccorso di Pescara non è sostenibile, dagli utenti arrivano notizie inaccettabili per una società civile: attese di ben oltre 12 ore, personale ridotto al lumicino e oberato da turni massacranti, farmaci e strumenti sanitari mancanti”.

A riferirlo è il consigliere regionale Pd Antonio Di Marco, che aggiunge: “È di due giorni fa l’ultima segnalazione, arriva da un cittadino di Scafa, M.M., che mi ha raccontato il suo calvario al pronto soccorso di Pescara, dove è entrato alle 8 di domenica scorsa, per uscirne alle 16 del lunedì: 21 ore fra presa in carico e osservazione trascorse su una barella nel corridoio del reparto con decine di altri utenti!”.

“Non vogliamo, né faremmo mai un atto di accusa verso il personale medico e paramedico che fa salti mortali ogni giorno per gestire urgenze e gli altri casi come possono”, prosegue, “Ma non è pensabile che siano lasciati allo sbaraglio da chi governa il comparto, alle prese con turni impossibili, con mancati potenziamenti e anche senza strumenti per agire: domenica mancavano persino le lenzuola, i termometri erano fuori uso perché senza batterie, né cappucci in quanto la farmacia del nosocomio non avrebbe avuto abbastanza risorse per poter provvedere. Per non parlare di altri reparti, sempre delicati e di eccellenza, come quello di Ematologia, dove malati oncologici hanno dovuto attendere ore e ore prima di essere presi in carico e dove il personale non potendo fare miracoli si espone a un superlavoro che potrebbe essere temperato da una riorganizzazione e potenziamento che chi governa il comparto non ha fatto, ma ha solo ripetutamente annunciato”.

“Dopo l’iniziativa sulle liste d’attesa mi muoverò anche per valutare la situazione in tutti i Ps della provincia. Non può essere il caos la risposta al diritto alla salute e alla cura della comunità. Non possono essere i cittadini a pagare i conti in rosso prodotti da enti preposti alla giusta gestione di presidi e prestazioni, né la disorganizzazione di uno dei settori più sensibili nella pubblica amministrazione”, annuncia ancora il consigliere dem.

A Di Marco fa da eco il segretario regionale FIALS , Federazione Italiana Autonomie Locali e Sanità, Gabriele Pasqualone: “Il Pronto soccorso di Pescara non riesce a smaltire i pazienti, ha grosse problematiche, le attese sono enormi. Questo avviene da anni e sono cose veramente incredibili visto che, attualmente, sono in carico al Pronto soccorso 72 circa infermieri, circa 40 OSS, circa 30 medici più la logistica… sono numeri da brivido. Che questa azienda non riesce a far funzionare il Pronto soccorso di Pescara è una cosa assurda in tutti i sensi e soprattutto con questi numeri di addetti, è una cosa gravissima”.

“Tutti sanno – fuorché a chi compete l’organizzazione dell’assistenza – che solo Pescara e Montesilvano nel periodo estivo arrivano a superare i 200.000 residenti. Se aggiungiamo che poi a Pescara vengono al Pronto soccorso anche cittadini da paesi limitrofi, addirittura in provincia di Teramo, è facile capire come a tutto questo non può rispondere un solo Pronto soccorso”, aggiunge Pasqualone, “Da tempo sosteniamo inascoltati, che il problema maggiore è che nelle periferie, a livello territoriale di Penne e Popoli, non funzionano come dovrebbero funzionare i Pronto soccorso. Perché se un paziente viene soccorso a Caramanico o a Civitella Casanova non è corretto che il paziente arrivi all’ospedale di Pescara. Perché questo avviene? Perché Popoli e Penne non funzionano come dovrebbe funzionare. Perché, ad esempio, a Penne non c’è il radiologo la notte, non ci sono i neurologi, non c’è l’urologo e quindi nel momento in cui c’è una criticità, anche una piccola criticità, il paziente viene portato a Pescara e allora anche lui va a congestionare il Pronto soccorso di Pescara. Fino a quando innanzitutto non si potenzieranno con le opportune figure i Pronto soccorso periferici, i pazienti continueranno ad essere portati a Pescara. E’ urgente mettere un punto di primo soccorso a Montesilvano e in altre zone strategiche territorialmente, per “fermare” il flusso per Pescara almeno delle piccole problematiche che potrebbero essere risolte lì”.

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