ACCEDI AL CANALE WHATSAPP E RICEVI LE TOP NEWS DEL GIORNO:

ACCEDI AL CANALE
Pescara

Ragazza aggredita in via Orazio a Pescara: “Intervenire sulla prevenzione”

Pescara. “E’ urgente aprire una riflessione collettiva seria sull’efficacia reale dei sistemi di prevenzione e sanzione previsti dal nostro ordinamento e sugli investimenti necessari nel supporto socio-sanitario, se si vogliono evitare marginalizzazioni e forme di violenza”.

A dirlo sono Roberto Ettorre, segretario provinciale Sinistra Italiana e Valentina Covitti, componente della segreteria provinciale con delega alle politiche sociali, dopo il grave episodio di violenza accaduto nei giorni scorsi in via Orazio, a Pescara, dove una ragazza è stata brutalmente aggredita da una donna solita frequentare il bivacco che permane nel parcheggio della zona.

L’appello alla politica, alle istituzioni, alle amministrazioni è per aprire un focus sulla prevenzione: “Questo Governo, che in tempi rapidissimi ha introdotto un generale inasprimento delle pene per numerosi reati, non ha visto alcun effetto concreto sulla riduzione della criminalità – premettono Ettorre e Covitti –. L’aumento delle pene non ha prodotto i risultati promessi: il carcere, lontano dall’essere luogo di rieducazione, si conferma uno strumento inadeguato e, troppo spesso, esclusivamente punitivo. Lo dicono i dati sulla recidiva in Italia: chi esce dal carcere ha altissime probabilità di tornarci. Questo rappresenta un evidente sintomo del fallimento dell’attuale sistema penale. Come affermato anche dal Presidente delle Camere Penali italiane, non è l’inasprimento delle sanzioni a scoraggiare i reati. Basta guardare agli Stati Uniti, dove persino la pena di morte è in vigore ma i tassi di criminalità restano elevati”.

La richiesta è per intervenire, con percorsi socio-sanitari, dove la devianza e il disagio sono alla base delle violenze: “Crediamo sia necessario un approccio strutturale e integrato: è urgente mobilitare i Sert, l’ASL, gli operatori sociali e le forze dell’ordine affinché queste persone siano prese in carico e accompagnate in un percorso di recupero. Solo attraverso un lavoro coordinato sarà possibile realizzare un vero reinserimento sociale. Sappiamo che molte delle persone coinvolte in situazioni di degrado sono tossicodipendenti e affette da disturbi psichiatrici. Ignorarle o trattarle unicamente come nemici della sicurezza significa alimentare la marginalità sociale da cui provengono. Servono risposte complesse e umane, non scorciatoie populiste”, avvertono Ettorre e Covitti.

“In questo contesto, ci chiediamo: chi è davvero a favore della sicurezza dei cittadini? Chi promette repressione e carcere, sapendo che non producono effetti concreti? O chi riconosce le cause profonde del disagio, come povertà, malattia, esclusione, e lavora per affrontarle alla radice? Pensiamo sia possibile o auspicabile che anche per reati considerati di alto allarme sociale, si dia l’ergastolo a tutti (e questa è ovviamente una provocazione) oppure è necessario estirpare le ragioni che li fomentano? – concludono -. Esprimiamo piena vicinanza alla persona aggredita e alla sua famiglia. Denunciamo la gravità dell’accaduto, la sofferenza vissuta. Denunciamo le responsabilità di un sistema che attua misure inadatte e inefficaci invece di soluzioni tese al recupero e all’inclusione a beneficio di tutta la popolazione”.

Articoli Correlati

Pulsante per tornare all'inizio

Adblock rilevato

Hai Attivato un blocco delle nostre Adv. Cityrumors è un Giornale Gratuito. Se vuoi continuare a leggerlo e supportarlo, per favore non bloccare le nostre pubblicità. Grazie.